Rick Karsdorp

Diciassette assist in due stagioni, oltre 2.500 tocchi di palla nell’ultima annata. Si presenta con numeri da regista Rick Karsdorp, anche se di professione fa il terzino destro. I dati però parlano chiaro, rivelando tanto il passato da trequartista del 22enne prelevato dal Feyenoord, sull’apporto alla fase offensiva della propria squadra. Il tutto senza pagare troppo dazio a quella difensiva, visto che nell’ultima stagione la linea a quattro del Feyenoord ha incassato solo 25 reti in 34 partite. Una performance fondamentale per riportare a Rotterdam un titolo assente dal 1999. Un successo nel quale Karsdorp ha giocato un ruolo determinante, tanto da finire nella top 11 stagionale. In Olanda Karsdorp è chiamato la Locomotiva per la capacità di percorrere avanti e indietro l’intera fascia destra senza cedimenti di sorta. Il tutto compiuto a velocità elevata, che lo rende forte anche nei recuperi, magari per correggere qualche sbavatura di posizione dovuta alla propensione offensiva che appartiene al Dna del ragazzo. «Non avrei mai immaginato di vederlo titolare in nazionale (esordio lo scorso 7 ottobre, nda) come difensore», ha detto Bert Potuyt, suo allenatore nel club amatoriale del VV Schoonhoven, «perché le sue attenzioni erano sempre focalizzate verso la porta e i difensori avversari». Ci è voluto un allenatore pragmatico come Giovanni van Bronckhorst – tecnico riconducibile più alla scuola degli artigiani modello Ronald Koeman che non alle grandi menti stile Van Gaal – per trasformarlo in un terzino moderno, sfruttandone atletismo, capacità di attaccare lo spazio ma anche qualità nella lettura del gioco. Quasi un regista aggiunto, come testimoniato dai numeri citati sopra. Gli manca solo il gol, trovato una volta in 101 presenze con il Feyenoord, il 30 ottobre con l’Heerenveen.

A SCUOLA NON VA – Eppure c’è stato un momento in cui la locomotiva Karsdorp aveva rischiato di deragliare. Entrato nel Feyenoord all’età di 9 anni, aveva cominciato ad andare talmente male a scuola da far decidere al padre di ritirarlo dalle giovanili del club di Rotterdam. Un vivaio che lo ha riaccolto a 15 anni, quando il rendimento scolastico era tornato a livelli accettabili. «Non era un ragazzo difficile o poco gestibile – prosegue Potuyt – ma indubbiamente quella drastica imposizione gli è stata utile per riportarlo con i piedi per terra. Ciò aiuta a comprendere quanto sia importante avere genitori che non si lascino abbagliare dai primi lampi di successo del proprio figlio. Senza lo stop per la scuola, Karsdorp probabilmente sarebbe diventato una cometa come Royston Drenthe». Pericolo scampato e chissà se adesso l’aria di Roma aiuterà la Locomotiva a rinverdire i fasti del mai dimenticato Pendolino Cafu.

(Gazzetta dello Sport)



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