Il pranzo di domenica con la Lazio è andato di traverso alla Roma, che ha perso e ha pure dovuto pagare il conto (Strootman). Ma oggi alle 13,30 il club giallorosso imbandirà di nuovo la tavola per presentare Monchi, il direttore sportivo chiamato a risistemare (rifondare?) la squadra.
Salvo annunci anticipati, poi, tra circa un mese cambierà anche l’allenatore. Nel caso di un addio di Spalletti, è auspicabile che sia Monchi a scegliere con chi provare a condividere le prossime quattro stagioni. Bisognerà avere il coraggio di lasciargli il comando esclusivo di volante, acceleratore e freno perché, nonostante gli errori fatti (alcuni dei quali evidenti) il ciclo Sabatini fruttò al meglio quando l’ex ds scelse il tecnico, ovvero Garcia.
Pieni poteri a Monchi, dunque, ma guai a riproporre la figura del ds-star. Il “frontman” della squadra deve essere l’allenatore, col quale Monchi dovrà entrare in simbiosi. Questa, ovunque, è la prima, basilare, garanzia per far decollare un progetto di squadra. Perciò fra i papabili eventuali sostituti di Spalletti, il più adatto sembra Emery, “socio” di Monchi nei trionfi col Siviglia.
(Leggo – R. Buffoni)
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