CALCIOMERCATO AS ROMA RENATO SANCHES – L’impressione è che il (presunto) ciclone Scamacca per la Roma sia stata una pioggerellina. Da qualche giorno, infatti, la società giallorossa aveva capito che la porta il West Ham non l’avrebbe mai aperta alle condizioni che a Trigoria desideravano, ovvero il prestito con diritto di riscatto che sarebbe diventato obbligo al materializzarsi di determinate condizioni, scrive La Gazzetta dello Sport.
Legittimamente, il club londinese intende monetizzare e l’Inter gliene sta dando la possibilità, per giunta a cifre che la Roma non era intenzionata a spendere. Perciò, nonostante il centravanti abbia esplicitamente dichiarato la sua preferenza per il giallorosso, le vie del mercato pare proprio che lo porteranno altrove.
Detto questo, il general manager giallorosso Tiago Pinto non sta fermo, perciò – in attesa di ricalibrare gli obiettivi per l’attacco – il centrocampo può dirsi quasi virtualmente concluso. Al termine della tournée in Estremo Oriente, infatti, la mezzala portoghese dovrebbe lasciare il Psg per approdare alla corte di José Mourinho, con la formula del prestito con diritto di riscatto.
Grazie anche agli ottimi rapporti che intercorrono fra la società parigina e la stessa Roma, corroborati anche dalla amicizia fra i presidenti Dan Friedkin e Nasser Al-Khelaifi, l’operazione andrà in porto presto, vinte anche le perplessità che il centrocampista aveva e che sono state superate con l’aiuto di strategiche telefonate di Nuno Santos, preparatore dei portieri e soprattutto amico dello Special One.
Renato Sanches, infatti, avrebbe preferito andare in una squadra che disputasse la Champions League, ma è stato convinto ad accettare il giallorosso, anche perché nel Psg in questi giorni è chiaramente ai margini del progetto portato avanti da Luis Enrique. Così, a 25 anni, il portoghese spera di essersi messo definitivamente alle spalle tutti i problemi fisici che hanno condizionato le sue ultime due stagioni, così da essere riscattato il prossimo anno dai giallorossi. Insomma, toccherà a lui vincere questa sorta di maledizione che finora ha aleggiato sull’asse Parigi-Roma, visto che i due (ottimi) giocatori che hanno lasciato il club francese per approdare a Trigoria – Pastore e Wijnaldum – per motivi diversi non sono riusciti a esprimere il loro potenziale.
Una volta che sarà chiuso il discorso legato al centrocampo, si penserà concretamente all’attacco. Detto che il baby trequartista Jon Guerrero è stato ufficializzato ieri (prestito dal Real Madrid), la Roma parte da una premessa: nel 2024 tornerà a disposizione Tammy Abraham e quindi, avendo in rosa anche Andrea Belotti, la società non vuole fare follie dal punto di vista economico per un giocatore che non rientri nei parametri legati all’età (bassa) e all’ingaggio (contenuto).
Per questo, alle condizioni richieste dall’Atletico Madrid per il momento Morata resta una chimera, mentre uno come Daka del Leicester – nonostante la retrocessione del club inglese in seconda serie – per il momento non viene dato in prestito. Smentite, inoltre, le voci intorno al croato Marin Ljubicic del Lask Linz, mentre si esamina Vangelis Pavlidis dell’AZ Alkmaar. Come si vede, profili ben diversi rispetto a Scamacca e Morata, ma più compatibili con i vincoli imposti dal «settlement agreement» della Uefa.
In ogni caso – detto che i 17.000 biglietti già venduti per il match con la Salernitana fanno presagire il probabile tutto esaurito all’esordio in campionato – sulla direttrice che corre fra Trigoria e Albufeira (dove la squadra giallorossa sta consumando gli ultimi giorni di ritiro portoghese), la sensazione che si respira è che il grande valzer degli attaccanti sia appena cominciato. Perciò, nonostante i malumori di Mourinho che vorrebbe già il nuovo centravanti, la Roma aspetta il momento giusto (e finanziariamente compatibile) per unirsi al Grande Ballo.
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