Da semibrocco (o presunto tale) a Scarpa d’oro (presunta, possibile). L’ambizione e il talento ribaltano le opinioni, anche le più aspre. Oggi Dzeko sorride e gode, il passato è chiuso dentro uno sgabuzzino, anche quel gol sbagliato lo scorso anno contro il Palermo, che pure lui non si è mai spiegato come possa essere successo davvero. La Roma di Spalletti scandisce i punti a suon di gol firmati dal bosniaco, che solo una volta, in questa stagione, ha timbrato senza portare nulla in casa Roma. Quella contro la Fiorentina, infatti, è la dodicesima gara di campionato su ventitré in cui Edin è riuscito a trovare la via della rete avversaria. Solo in un caso, contro la Sampdoria, un suo gol non ha portato i tre punti alla Roma. Inutile una volta sola. Dzeko ora è un rullo compressore, non si ferma più, nessuno lo ferma più. E’ la quinta partita consecutiva in cui timbra il cartellino (per sei volte): Cagliari, Sampdoria (campionato e Coppa Italia), Cesena e Fiorentina. Con la doppietta contro la Viola (sesta in stagione, quinta in campionato) ha toccato quota ventiquattro reti complessive. Diciassette quest’anno, otto lo scorso campionato, 25 totali in serie A.
BOMBER AL TOP – Oggi è al top tra i migliori bomber europei. Edin («Senza squadra non c’è Dzeko», il suo romantico commento) non vuole parlare di Scarpa d’oro anche se per lui sarebbe il miglior premio, visto che di mestiere fa il bomber. Buono, ma pur sempre bomber. «E’ sembrata una vittoria facile ma non è stata affatto così. Nel primo tempo la Fiorentina ci ha messo seriamente in difficoltà, poi dopo il primo gol siamo andati bene. Dobbiamo continuare così, sperando di mantenere il secondo posto e poi chissà. La reazione dopo la Sampdoria? Non era facile, la squadra ha subito rialzato la testa reagire dopo l’insuccesso di Marassi, alla fine è stato meglio aver subito potuto affrontare grande squadra così abbiamo dato tutto senza cali di tensione», le parole – a Mediaset – del centravanti bosniaco, esempio anche di continuità, visto che è sceso in campo per ventitré partite. Scudetto possibile? «Noi dobbiamo pensare a una gara alla volta perché è il modo giusto di ragionare. Obiettivo Scarpa d’Oro? Vedremo, ci sono ancora tante partite da giocare». Ma come fa a non pensarci?
(Il Messaggero – A. Angeloni)
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