Josè Mourinho

ULTIME NOTIZIE AS ROMA TRABZONSPOR MOURINHO – Si andrà anche oggi a sfiorare i trentamila, esattamente pochi giorni dopo Roma-Fiorentina. È l’effetto-Mou, l’onda emozionale che sta attraversando Roma grazie al carisma ed all’influenza di un allenatore come il portoghese. Ma è anche la voglia di continuare a vedere la Roma vincere, migliorare e avanzare. Perché la partita con il Trabzonspor è una di quelle da «knockout», come l’ha definita all’andata lo stesso Mourinho, scrive La Gazzetta dello Sport.

Ed è per questo che il portoghese non cambierà molto rispetto alle partite precedenti. Perché José sa benissimo che stasera non si può sbagliare, non si può correre il rischio di non andare avanti in una coppa in cui i giallorossi hanno l’obbligo di provare a sognare. Del resto, la Roma è la testa di serie numero uno della competizione (90 il suo coefficiente Uefa, due punti sopra un Tottenham che rischia l’eliminazione e deve ribaltare lo 0-1 dell’andata in casa del Pacos de Ferreira). E vuole provare ad arrivare fino in fondo. Iniziando a centrare stasera la terza vittoria consecutiva, il che non sarebbe poi male.

Ovviamente, anche stasera la grande attrazione sarà proprio lui, Mourinho, che la gente giallorossa sta imparando a capire ed apprezzare dal profondo del cuore, dopo che per anni lo ha considerato un nemico feroce (a causa della rivalità con l’Inter e di quello scudetto perso al fotofinish nel 2010). Adesso è tutto diverso.

E Mou lo sa bene. «Siamo noi che dobbiamo creare l’empatia giusta con il nostro modo di giocare – dice il portoghese – E se a volte non si potrà giocare bene, penso che i tifosi accetteranno anche una performance negativa. Ma ci sono alcune cose che non sono negoziabili e devono esserci sempre. Cose che i tifosi capiscono molto bene come l’interpretazione, l’atteggiamento, il modo di essere professionisti e di giocare per noi e per la gente. Il rapporto dipende da noi, è una nostra responsabilità. Loro daranno quello che ritengono sia giusto dare». Parole oneste, che sono destinate a fare ancora di più breccia nel cuore della tifoseria romanista.

Mou, dunque, stasera non dovrebbe cambiare granché. L’unico grande dubbio è al centro dell’attacco, dove Abraham e Shomurodov dovrebbero fare staffetta, con l’inglese favorito per partire nella squadra titolare (nonostante ieri girasse per Trigoria con la borsa del ghiaccio su una coscia). «Ma in quel ruolo c’è anche Mayoral. Sono tre giocatori bravi, con profili diversi ma di qualità. È una delle posizioni in cui siamo più forti di prima».

Forse Mou potrebbe anche decidere di dare un turno di riposo a Mkhitaryan e Viña, dando così spazio dal via a Carles Perez e Calafiori. «Siamo in un momento in cui abbiamo bisogno di giocare – continua il tecnico della Roma – Ci sono giocatori che hanno bisogno di minuti in campo per trovare il ritmo naturale e l’intensità di gioco. Ora non è il momento di fare tanti cambi». Di certo non cambierà Pellegrini, a cui ieri ha regalato un’investitura speciale: «Lorenzo in campo può fare tutto. Se io avessi tre Pellegrini giocherebbero tutti e tre insieme, non ne lascerei neanche uno in panchina. Lui è un universale, può adattarsi a ogni ruolo. È intelligente, capisce il gioco e l’idea dell’allenatore».

E ieri Mou è stato anche molto chiaro sulla situazione del centrocampista, parlando ad esempio di Diawara. «Amadou è con noi. Il mercato è aperto, fino al 31 agosto, qualcosa può succedere. Anche però che Diawara rimanga con noi. È un’opzione, in caso sarà un plus e non un problema». È evidente, però, che la Roma speri di piazzarlo altrove, per dare così spazio al centrocampista che cerca Mourinho. Uno forte fisicamente e atleticamente, che riesca a ribaltare l’azione, incidendo nella fase di transizione.

Uno alla Zakaria (Borussia Moenchengladbach) o Anguissa (Fulham). C’è stato anche un sondaggio con Witsel, che però è un giocatore diverso e che comunque guadagna troppo. «Quando dico che può succedere qualcosa è per dire che la porta si può aprire in due direzioni – scherza il tecnico – E magari è più facile che si apra in uscita che non in entrata. Esistono allenatore soddisfatti della loro rosa? Forse solo Pochettino, poi nessun altro».

Per chiudere, Pastore sta trattando l’addio, ma per lasciare la Roma vuole il pagamento di un anno di contratto, mentre Pinto è disposto solo a lasciargli il cartellino. Detto di Darboe, il cui rinnovo del contratto è oramai cosa fatta, va segnalato come la Fiorentina sia piombata su Mayoral, anche in virtù del fatto che lo spagnolo si vede chiuso dalla concorrenza di Abraham e Shomurodov.



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