Se c’è un giocatore che influisce di più sulla partita in chiave giallorossa, quello è El Shaarawy. Stephan si esibisce in un primo tempo gagliardo, trovando a sinistra in Emerson e a destra nell’eccellente Nainggolan due squali che sentono l’odore del sangue. Sul podio del talento, sotto gli occhi del c.t. Ventura nei primi 25’ Bernardeschi prova a rubare la scena al Faraone: palleggio, cambi di gioco, movimenti senza palla, i viola sono i più pericolosi in avvio. Avesse avuto Kalinic e non il più ruvido Babacar, avrebbe potuto dialogare meglio e no si sarebbero persi nella precisione dell’ultimo tocco.
Alla mezz’ora viene fuori la vera arma giallorossa, El Shaarawy. Il numero 92 riparte e taglia verso il centro, aprendo un’autostrada per Emerson, che spesso sgomma davanti a Sanchez. Con questa mossa, e con i filtranti di De Rossi, la Roma si issa al di sopra di tutto. Con le chiavi del gioco in mano, Stephan garantisce un’accensione sicura del gioco d’attacco. E quando Bruno Peres ara la fascia impacchettando al 20’ della ripresa un cross velenoso, «El Sha» e Nainggolan s’inseriscono e s’incrociano in area come due centravanti aggiunti, mentre Dzeko va posizionarsi sul secondo palo. Eccola, descritta fedelmente da un’azione di contropiede che non finirà nel tabellino, la macchina da guerra giallorossa, i cui limiti sono ancora inesplorati.
(Gazzetta dello Sport)
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