AS ROMA NEWS EL SHAARAWY MOURINHO – Il Faraone italiano è una commistione di colori che si accende sulle tonalità giallorosse per distendersi negli spruzzi d’azzurro, scrive il Corriere dello Sport.
Proprio sotto alla Curva Sud, la sua gente, Stephan El Shaarawy è tornato al gol in Nazionale dopo tre anni e un mese, rilanciando la candidatura a tutti i livelli: può essere un jolly decisivo sia per la Roma che per l’Italia. E che proprio all’Olimpico abbia mostrato l’esultanza a braccia conserte, in pieno stile faraonico, sembra un segno del destino.
Venerdì sera, contro la Macedonia, gli sono bastati i 14 minuti concessi da Spalletti. I due si conoscono molto bene perché El Shaarawy alla Roma fu voluto proprio dall’attuale ct, nel gennaio del 2016: arrivarono a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro a Trigoria e stabilirono da subito un rapporto virtuoso.
Tanto è vero che Spalletti, tempo dopo, avrebbe volentieri portato El Shaarawy anche a Napoli. E così è stato quasi naturale il ricongiungimento nel ritiro di Coverciano, adesso che l’obiettivo europeo si avvicina. Titolare a Wembley contro l’Inghilterra, dove è stato uno dei migliori in campo, finalizzatore alla chiamata successiva con un sinistro preciso in diagonale sul cross basso di Dimarco. Ora chissà: potrebbe servire anche a Leverkusen nello spareggio con l’Ucraina. Intanto, ha confermato di essere uno di quelli su cui un allenatore può sempre contare.
Senza distinzione di ruolo, senza quantificare i minuti, El Shaarawy è l’amico leale che ti supporta in qualunque situazione. Lo sa molto bene Mourinho, che lo gestisce da due anni e mezzo e non lo ha mai sentito mugugnare per un’esclusione (l’ultima, un intero derby in panchina, è stata abbastanza difficile da digerire per Stephan). Se poi i gol sono diminuiti con il passare delle stagioni, dipende anche dalla posizione occupata in campo.
«Nella Roma gioco spesso esterno a tutta fascia – ha chiarito El Shaarawy – perciò sono più lontano dalla porta. Con il 4-3-3 per me è più semplice calciare a rete. Comunque è sempre bello segnare, tanto più all’Olimpico». Un gol speciale per una dedica speciale: El Shaarawy ha mandato un pensiero al suo primo tecnico, Dionigio Donati, scomparso pochi giorni fa.
Spalletti è stato il primo a fargli i complimenti: «Conosco da tanto Stephan, so che ribalta bene l’azione. In più è diventato attento perché Mourinho con il ruolo di quinto lo ha migliorato nella fase difensiva. El Shaarawy oggi è un calciatore che tiene in ordine la squadra ma non si è dimenticato della qualità tra i piedi, destro e sinistro. Avere gente che entra in un momento non semplice e dà subito un valore aggiunto è importante per noi».
E’ un ragionamento condiviso anche da Mourinho, che da El Shaarawy ha ottenuto un gol fondamentale in questo campionato contro il Monza a tempo scaduto: anche in quel caso il Faraone era uscito dalla panchina, anche in quel caso aveva festeggiato sotto alla Curva Sud. La speranza della Roma è che non perda l’abitudine a risolvere i problemi: il ciclo di partite tra dicembre e gennaio è talmente impegnativo da richiedere il massimo contributo da parte di tutti gli elementi della rosa. Ma vedrete che El Shaarawy, fresco di rinnovo di contratto, non si tirerà indietro.
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