Il suo inizio di stagione è sta­to tutto tranne che scop­piettante, ben altro spirito — e rendimento — rispetto a gennaio, quando Stephan El Shaarawy ci ha messo meno di una partita a conquistare tifosi e allenatore. Adesso è partito a fari spenti, nel preliminare di Champions non ha giocato, in campionato è sceso in campo contro Udinese e Cagliari ma è stato sostituito lasciando poche tracce di sé, eccezion fatta per il rigore conquistato contro i sar­di. A complicare tutto le parole di Ventura, che lo ha escluso (per ora o per sempre?) dalla Nazionale perché non adatto al suo 3­5­2. Ce ne sarebbero di motivi per avere il «musino», per dirla alla Spalletti, ma l’at­taccante, riscattato a giugno dal Milan per 13 milioni, non solo non si abbatte, ma lavora dop­pio in allenamento per ripren­dersi il posto. Il talento c’è, la voglia di sacrificarsi pure, serve solo aspettare il momento giu­sto: «Ci sono i presupposti per fare bene in questa stagione — dice alla tv di casa —. La squa­dra è forte e ha un potenziale davvero importante».

RIVINCITA – L’eliminazione con il Porto è stata una bella batosta per il gruppo, convinto di riusci­re a giocare la Champions, e co­me si è visto a Cagliari non è sta­to facile smaltire le tossine, so­prattutto mentali. Benedetta al­lora questa sosta — e non solo per l’incontro col Papa —: tra allenamenti, in cui gli infortu­nati possono lavorare a parte; e partite delle nazionali, i gioca­tori hanno potuto resettare quanto successo fino ad ora e la ricetta per ripartire è pronta. Serve fare risultati: «Alla ripre­sa — dice El Shaarawy ­ avremo una partita difficilissima contro la Sampdoria, da lì dobbiamo ripartire. Si è chiuso il mercato, abbiamo la nostra rosa e dob­biamo concentrarci su ogni par­tita che facciamo. Non siamo riusciti ad andare in Cham­pions, ma l’Europa League ri­mane un nostro grande obietti­vo, oltre al campionato». Pa­zienza se le avversarie di Europa League sono meno affascinanti di quelle di Cham­pions, gli introiti minori e le tra­sferte di giovedì più complicate: la Roma ha il dovere di fare be­ne, ed El Shaarawy, uno dei grandi protagonisti della rin­corsa dello scorso anno, ne è consapevole.

EMOZIONE – Magari una mano dall’alto alla Roma potrebbe ar­rivare, e non si sa mai che qual­cuno non ci abbia pensato in­contrando in Vaticano il Papa. El Shaarawy cattolico non è, vi­sto che è musulmano, ma l’emo­zione è stata comunque grande: «Lo avevo già incontrato quan­do andammo con la Nazionale per l’amichevole contro l’Argen­tina, è stato un grande onore. È una persona molto umile con un grande cuore». Francesco ha ringraziato la Roma per la par­tita di oggi contro il San Loren­zo, i giocatori sanno quanto sia importante la partecipazione del pubblico e anche l’attaccan­te non si sottrae all’appello: «Non sarà importante il risulta­to, ma ovviamente l’evento in sé, per questo colgo l’occasione per invitare tutti i tifosi giallo­rossi e non solo per dare un con­tributo importante a queste persone che hanno vissuto una tragedia terribile».

SPINTA – El Shaarawy è amatissi­mo dai tifosi, soprattutto quelli più piccoli, la sua cresta è imita­ta dai ragazzini, la sua maglia è quasi sempre sul podio di quelle più vendute. La Roma ne sfrutta parecchio l’immagine — e lui è uno dei più disponibili con i me­dia, ufficiali e non —, e anche oggi sarà uno dei più acclamati. E chissà che gli applausi non gli diano la carica per tornare quel giocatore che ha trascinato la Roma da gennaio a maggio.

(Gazzetta dello Sport – C. Zucchelli)



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