Stephan El Shaarawy

AS ROMA NEWS EL SHAARAWY – Tre gol dei sette segnati dalla Roma oltre il 90’ portano la sua firma. Non solo: Stephan El Shaarawy, con 7 centri stagionali, ha segnato da solo le stesse reti di Shomurodov e Carles Perez insieme. Segno che quando serve il Faraone c’è, scrive La Gazzetta dello Sport.

E’ innegabile che, frenato da tanti guai fisici, non gravi ma fastidiosi come quelli al polpaccio, la sua stagione finora non sia stata indimenticabile, basti pensare che in campionato non gioca dal primo minuto da inizio dicembre, contro il Bologna. In questa fase finale, e delicatissima, della stagione, però, la Roma avrà bisogno anche di lui e chissà che le soddisfazioni che finora hanno latitato non possano arrivare tutte insieme.

Intanto, in una squadra che gioca sempre tutte le partite fino all’ultimo secondo disponibile, El Shaarawy si è messo a posto fisicamente. Ha lavorato sempre, quando serviva anche con un preparatore personale, e contro Sassuolo, Milan e Napoli i suoi gol hanno portato alla Roma tre punti.

Contro la squadra di Spalletti è stato il romanista che ha intercettato più palloni insieme a Ibanez e Zalewski che, però, erano partiti titolari. Segno che, quando è entrato in campo, aveva la giusta determinazione, le giuste forze e ha provato ad incidere immediatamente sul risultato. Proprio quello che gli aveva chiesto Mourinho. E un impatto così, se la condizione non è buona, raramente arriva.

Anche la condizione mentale è buona per quanto, logicamente, El Shaarawy vorrebbe giocare di più. A 30 anni è un uomo-spogliatoio, sa quando essere incudine e quando martello e sa che ogni decisione sarà presa a fine stagione. Per adesso, però, la priorità è dare il suo contributo anche con pochi minuti a disposizione e le parole dette al novantesimo sul quarto posto («noi ci crediamo») raccontano di un ragazzo che è sul pezzo, come tutti i suoi compagni. Poi, se sarà ancora a Roma dopo l’estate o meno, si vedrà.

D’altronde, e questo è uno dei meriti più grandi di Mourinho, la Roma è uno spogliatoio dove tutti remano dalla stessa parte. Lo scorso anno, di questi tempi, il gruppo era diviso in fazioni, si andava avanti per inerzia, gli infortunati erano tantissimi e Fonseca un allenatore che non aveva più la guida della squadra.

Oggi, come i tifosi sono compatti intorno a Mourinho, così lo è lo spogliatoio. Non è un caso che sette gol siano arrivati oltre il 90’: è una questione fisica – la squadra sta bene e corre -, ma anche mentale. Nel gruppo tutti si sentono coinvolti e l’esultanza del pareggio di Napoli, guidata proprio da El Shaarawy, ne è la prova. Ogni tanto, come logico, qualcuno è meno felice di altri (Shomurodov dal ritiro della Nazionale, Zaniolo qualche settimana fa), ma la forza di Mourinho e del suo staff sta proprio nella capacità di far passare questi piccoli – grandi mal di pancia dei giocatori.

Anche perché i calciatori si sentono rassicurati dalla bontà del lavoro fatto dalla società e dall’allenatore sui campi e su tutto il reparto medico: ogni giocatore viene seguito con un dettagliato lavoro specifico, anche attraverso un’app, e sa che il programma che gli viene proposto è collettivo da una parte ma mirato sulle sue esigenze dall’altra. El Shaarawy è tornato in forma così, gli altri anche: ecco perché le partite della Roma non durano mai solo 90 minuti.



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