Stadio della Roma

NOTIZIE STADIO DELLA ROMA RAGGI – Raggi annuncia il bis e lo stadio della Roma torna in bilico. Come le due cose stiano insieme lo spiega la spaccatura della maggioranza M5S sull’auto-ricandidatura lanciata dalla sindaca due giorni fa, ovvero prima del voto su Rousseau che tra oggi e domani partorirà il verdetto sul terzo mandato.

I big del Movimento, da Beppe Grillo a Luigi Di Maio, fanno arrivare a Raggi il loro sostegno pubblico e in Campidoglio assessori e consiglieri sono invitati a fare altrettanto. Ma non tutti rispondono alla richiesta della sindaca: in giunta sono in sei a celebrare sui social l’annuncio di Raggi, mentre cinque scelgono di restare in silenzio.

Tra questi ci sono il vice sindaco Luca Bergamo (di area dem) e Veronica Mammì, assessora al Sociale e moglie di Enrico Stefàno, ovvero uno dei quattro grillini (lui, Raggi, Daniele Frongia e Marcello De Vito) già al secondo mandato in Comune. Il quale, anziché festeggiare pubblicamente il bis di Raggi come gli chiede lo staff della sindaca, lo stronca senza se e senza ma. Raccontando della spaccatura interna alla maggioranza che, ora, mette a rischio le sorti del primo grande provvedimento atteso in Assemblea capitolina a settembre: la Convenzione urbanistica su Tor di Valle, sigillo sul progetto stadio della Roma.

«Prima di parlare di Raggi bis mi sarebbe piaciuto avviare una seria riflessione per discutere di cosa ha funzionato e cosa no, di quali e quanti errori sono stati commessi (perché ne sono stati commessi)», scrive Stefàno nel post dal titolo «Perché sono contrario al Raggi bis». Critiche al metodo attraverso il quale la sindaca è riuscita a indurre il M5S a mettere ai voti online la regola dei due mandati, che «deve essere rivista, ma non a dieci mesi dalle elezioni e quando si è coinvolti in prima persona».

Accuse di «poltronismo» a quelli che sono rimasti «folgorati sulla via del Raggi bis e fanno un post al giorno in suo sostegno con paragoni improbabili», scrive Stefàno alludendo a Paolo Ferrara, ex lombardiano che da qualche settimana lavora da spin doctor della sindaca paragonandola a Michelangelo. E una chiosa che racconta scontri e dubbi interni con lo stadio giallorosso non solo sullo sfondo: «Basta con questo mito dell’onestà, mentre il presidente dell’Assemblea capitolina sta a processo per corruzione», sbotta Stefàno con riferimento a Marcello De Vito e all’inchiesta in corso sul progetto di Tor di Valle.

A un mese dal voto decisivo sull’opera sono molti i grillini in Assemblea capitolina a pensarla come Stefàno, alcuni (Ficcardi, Iorio e Guerrini) manifestano sui social le loro perplessità sulla sindaca, altri puntano a far pesare in Aula il loro dissenso. Così lo stadio torna in bilico.

(Corriere della Sera – A. Arzilli)



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