(Il Tempo – E. Menghi) Se il Cholismo fa della difesa solida uno dei suoi principi fondamentali, il metodo più zemaniano praticato da Di Francesco è votato all’attacco, ma il ricordo delle goleade subite in Champions League, da inglesi, tedeschi o spagnoli che siano, brucia ancora a Roma e la speranza è di non viverle di nuovo. La retroguardia è sotto esame al debutto europeo contro l’Atletico Madrid. Il feeling è da affinare, nelle due sfide di campionato non è sceso in campo lo stesso quartetto per via dell’infortunio di Bruno Peres, che ha condizionato le scelte dell’allenatore: una volta è stato Manolas a spostarsi a destra, l’altra Juan Jesus, in entrambi i casi non ha funzionato. Se con il greco terzino a Bergamo i giallorossi hanno resistito all’assalto finale dell’Atalanta, tornando a casa con i tre punti e la porta immacolata, contro l’Inter l’assenza di un giocatore di ruolo sulla fascia ha pesato tanto e al primo errore del brasiliano i nerazzurri ne hanno approfittato. Stasera si torna all’origine, Bruno Peres ha recuperato dalla lesione muscolare ed è favorito su Florenzi: sarebbe un rischio spremere fino al 90′ l’esterno di Vitinia ed è meglio non partire con l’handicap di un cambio obbligato in corsa. Più certezze a sinistra, dove agirà Kolarov: esperienza europea da vendere e piede caldo per il serbo. In mezzo si ricompone la coppia Manolas-Juan Jesus. Il brasiliano ha sulla coscienza il disastro col Porto ai preliminari della passata edizione (non è il solo) e ha voglia di rimediare: l’addio di Rudiger gli ha permesso di scalare le gerarchie e dovrà «giustificare» la panchina di Fazio e la tribuna di Moreno (in compagnia di Karsdorp e Gerson, oltre agli infortunati Nura e Schick) con una prestazione all’altezza. Nella scorsa stagione europea, tra preliminari ed Europa League, i giallorossi hanno incassato 17 gol in 12 partite (cleen sheet solo in 3 occasioni), per una media di 1,4 gol a match. Peggio hanno fatto nella loro ultima apparizione in Champions, nel 2015-16: 20 gol subiti dal girone agli ottavi col Real Madrid. Un Over 2,5 da rimontare in ogni gara, in pratica. La missione di Di Francesco è migliorare questi numeri, la società si aspetta una crescita in campo internazionale: «L’Atletico – rivela Monchi a Movistar Plus – è l’avversario più complicato del gruppo, più del Chelsea. Lavorano da anni Allenatore: Simeone Panchina: Moyà, Savic, Juanfran Thomas, Gaitan, Torres, Vietto con Simeone e non hanno cambiato molti giocatori. Forse per noi sarebbe stato meglio giocare a Genova per ritrovare il ritmo partita». Dal ko con l’Inter la Roma viene catapultata in Champions, dopo Icardi e Perisic per la difesa il test è affrontare l’intoccabile Griezmann e compagni. Al fianco della stellina dei Colchoneros dovrebbe agire Gameiro, favorito nel ballottaggio con Torres. Fasce di centrocampo affidate a Saul e Carrasco, l’unico assente è Fernandez. Di Francesco risponde al 4-4-2 del Cholo con il suo classico 4-3-3: in mediana il terzetto-tipo composto da Nainggolan, capitan De Rossi e Strootman, Defrel, Dzeko e Perotti nel tridente. Il dodicesimo uomo, il pubblico, sta tradendo le aspettative: appena 17 mila biglietti venduti (dati di ieri sera) e 16 mila abbonati. L’attesa impennata nelle vendite non è arrivata, la speranza (se così si può chiamare) è di toccare oggi quota 35 mila, la certezza è che Roma-Atletico Madrid si giocherà con l’Olimpico mezzo vuoto.
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