I risultati migliori della Roma e di Spalletti in Europa risalgono a troppo tempo addietro. L’ultima volta che i giallorossi hanno giocato un quarto di finale di una Coppa europea coincide con la carriera di Spalletti: Roma-Manchester United 0-2 e 0-1, in Champions League, in data 1 e 9 aprile 2008.

Da allora sono state molte più le delusioni che le soddisfazioni. Risultati inferiori alle ambizioni e al valore presunto. In questa stagione il vero flop è stato nel preliminare contro il Porto (1-1 all’andata e 0-3 al ritorno), ma il particolare peggiore è che l’esperienza non ha insegnato nulla.

Nel tracollo casalingo contro i portoghesi (23 agosto 2016) la Roma subì il primo gol su calcio d’angolo; contro il Lione si è ripetuta su calcio di punizione laterale sia all’andata che al ritorno. Dettagli che hanno fatto la differenza contro squadre inferiori per individualità e monte ingaggi.

La domanda è: c’è stata una sopravvalutazione della squadra e del tecnico, almeno a livello internazionale? Agli errori, di sicuro, si è aggiunta poca fortuna. Però è stata sprecata un’occasione unica: il tabellone dell’Europa League, in questa stagione, lasciava spazio a grandi ambizioni, naufragate subendo 5 gol dall’Olympique Lione, una squadra buona ma non di primo livello. A Luciano Spalletti, che ieri ha ricevuto il Tapiro d’oro dalla Iene, resta una rimonta da provare: quella del 4 aprile contro la Lazio in Coppa Italia. Ce la farà? E basterà?

(Corriere della Sera)



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