Eusebio Di Francesco

(Il Messaggero – S. Carina) Ha le idee chiare, come al solito. E toglietevi dalla testa l’idea che parli così perché forte di un cammino in Champions che ha fatto incassare al club la bellezza di 100 milioni tra market-pool, botteghino e premi sportivi. Di Francesco, in quanto a chiarezza, non ha mai difettato. Iniziò in ritiro a Pinzolo quando non nascose di «aver bisogno di 5 calciatori», ha continuato a gennaio quando si è speso in prima persona per la permanenza di Dzeko e ha chiuso il cerchio ieri, alla vigilia di una gara che potrebbe praticamente regalare in anticipo l’accesso alla prossima Champions: «Il primo obiettivo è qualificarci, poi chi arriverà quarto tra Lazio e Inter non mi interessa. Quando si fa qualcosa di positivo come è accaduto in questa stagione, è giusto dare continuità, senza smantellare. È chiaro che bisogna anche capire se chi non vuole smantellare è all’interno della squadra, il desiderio dei giocatori non lo posso conoscere da qui alla fine del campionato». Un colpo al cerchio (inteso come società) e un altro alla botte (leggi calciatori). Discorso che non lo riguarda. Lui, infatti, il suo futuro lo ha già deciso da tempo: «Tutti qui vogliamo crescere come mentalità e fare un percorso costruttivo. Al momento opportuno poi ci siederemo e parleremo del mio contratto, anche se io sono veramente molto sereno e con il desiderio di continuare questo percorso».

STANCHEZZA E VAR A partire da Cagliari. Eusebio non si fida dei sardi. E fa bene. Dando un’occhiata al calendario della squadra di Lopez (Roma, Fiorentina e Atalanta) quella di oggi è una gara vitale: «Arriviamo a questa partita in un momento un po’ delicato, abbiamo consumato tante energie e questo mi fa paura e mi preoccupa – confessa – Dovrò fare alcune valutazioni riguardo alla formazione perché diversi giocatori sono affaticati (il riferimento è a Pellegrini, ndc). De Rossi e Gonalons? Possono coesistere, dipende dal sistema di gioco. Il Cagliari avrà grande desiderio di fare risultato perché deve salvarsi e per la Roma poi è storicamente un campo difficile. Ci aspetta un vera battaglia e dovremo essere pronti ad affrontarla con le nostre armi che sono il gioco e la grande determinazione». Quella che non è mancata nemmeno con il Liverpool. Sul match dell’Olimpico è tornato ieri l’ad Gandini: «Ci sono degli arbitri impreparati e in Champions questa cosa pesa nelle scelte. Il Var è un processo irreversibile e quindi ci arriverà anche la Uefa, questo è poco ma sicuro. Skomina è stato il primo a rendersi conto che avrebbe evitato una figuraccia se avesse potuto contare sul Var».



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