(Il Messaggero – U. Trani) «Vorrei un attaccante». Di Francesco, prima di volare a Genova, spiazza la platea. Non si sa se la richiesta è già nella letterina per Babbo Natale, ma è probabile che, nel dialogo quotidiano e sempre aperto con Monchi, il desiderio sia stato esternato al ds che valuterà con la proprietà se esaudirlo già a gennaio. La qualificazione agli ottavi, non messa in preventivo, potrebbe spingere Pallotta a dare l’ok per il nuovo investimento. Il messaggio dell’allenatore è inequivocabile. E sorprendente. Soprattutto per il ruolo. Perché, pensando al prossimo rinforzo, spesso la priorità l’ha avuta il sostituto di Karsdorp, costretto ad operarsi per la seconda volta in 4 mesi. Che terzino sia. E, invece, Eusebio ha guardato avanti. Anzi davanti. Dove la Roma, analizzando il rendimento delle prime 6 in classifica, è quella che ha fatto meno gol: 23. Il gap c’è soprattutto con 3 squadre: la Juve che è la più continua con 37, il Napoli che ne conta 34 e 9 meno della Lazio già a 32. I giallorossi, però, sono più equilibrati, con la miglior difesa: 8
gol subiti.
Ma, nel giorno in cui convoca di nuovo Schick, la posizione del tecnico non può essere snobbata. Anche perché in rosa, per il tridente, ha già 7 interpreti: Dzeko, Defrel, El Shaarawy, Perotti, Under, Schick e lo stesso Gerson. «I giocatori che ho sono i più bravi in circolazione. Per migliorare, invece, ci vuole l’attaccante che, durante le gare, sia in grado di creare la superiorità numerica: per me sarebbe importante».
L’identikit è quello dell’estate scorsa: Mahrez. L’alternativa: Berardi. L’esterno di piede sinistro, da mettere a destra, più che il finalizzatore. Perché Dzeko non si discute: «Gli manca il gol, spero lo ritrovi a Marassi. Ma lui lavora più per gli altri che per se stesso. E può fare pure di più».
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