Rassegna stampa
Fallimento Fonseca, lo salva solo il contratto. È partita da Dzeko la sfiducia all’allenatore
NOTIZIE AS ROMA FONSECA DZEKO – Come in Matrix, Paulo Fonseca vive una realtà parallela. È quella dove «una stagione positiva» (parole del mister a Roma Tv dopo lo 0-2 contro il Siviglia, un «torello» di 90’) è fatta di 13 sconfitte su 50 partite, dove l’obiettivo della qualificazione alla Champions è durato quattro mesi e poi è affondato, dove i big match sono stati giocati quasi tutti male e con pochissime vittorie (una contro le riserve della Juve), dove il parco giocatori è stato svalutato (Under e Kluivert), dove i rapporti con Zaniolo e con Dzeko, il campione potenziale e il giocatore più internazionale, sono tesi.
Clamoroso lo sfogo del centravanti: «Ci hanno dominato in tutto e per tutto: velocità, tecnica e preparazione della gara. Non siamo mai stati in partita. Noi volevamo giocare costruendo da dietro e non era possibile, loro erano pericolosi con due passaggi. Ci dobbiamo fare tutti delle domande. Le risposte? C’è gente che deve pensare a queste cose, io sono qui per giocare».
In politica sarebbe un voto di sfiducia al governo. Queste parole vengono dal capitano della squadra e dal calciatore più pagato (7 milioni netti a stagione tra fisso e facili bonus). Uno dei fedelissimi di Fonseca è Veretout, che si è trovato al centro di un’altra polemica: giovedì era Napoli per comprare un auto e il suo procuratore ha smentito la notizia di un incontro in pizzeria con il ds del Napoli, Giuntoli: «Jordan sta bene alla Roma».
Sui social, però, era già scattato l’inferno. Il portiere Pau Lopez è un caso conclamato. Arrivato con l’etichetta di portiere più pagato della storia della Roma – 23.5 milioni più il 50% del cartellino di Sanabria -, ha vissuto una stagione dignitosa nella prima parte e disastrosa dopo la ripartenza.
Fonseca, per ora, non è in discussione. Lo salvano il contratto per un’altra stagione, la speranza che un anno di apprendistato serva e il poco tempo prima del ritorno a Trigoria (27 agosto) e l’inizio del prossimo campionato (19 settembre). Friedkin si è già reso conto che la montagna di debiti e la scombinata squadra costruita da Petrachi e Fonseca rendono la situazione emergenziale.
Si può fare la rivoluzione o serve un altro anno di transizione, sapendo già che potrebbe essere pessimo? Al bivio c’è la prima scelta che dovrà essere presa in fretta: un d.s. per gestire un calciomercato in cui bisogna vendere tanto e comprare poco, un factotum alla Rangnick o la rotella di un meccanismo più ampio come sarebbe stato Campos, il d.s. che era nella stessa lista da cui è stato poi scelto Petrachi? Oppure, da non scartare, convincere De Santis a non andare all’Ascoli?
(Corriere della Sera – L. Valdiserri/G. Piacentini)
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