(La Repubblica – E. Currò) La nazionale non è andata a bagno e si tuffa a ciglia asciutte nello spareggio di novembre per il Mondiale: al sorteggio di Zurigo, tra una settimana, sarà testa di serie e potrà incrociare una tra le due Irlande, Svezia o Danimarca, e la Grecia. Il lago di Scutari non è dunque dorato per Ventura, ma neanche pieno di lacrime come si poteva temere. Dopo essersi infradiciata assai con Spagna e Macedonia, l’Italia ha vinto in casa dell’Albania di Panucci. Il gol lo ha segnato Candreva, un veterano: anche se fino a quel momento aveva giocato maluccio, è la conferma che c’è ancora bisogno dei trentenni. Il trentatreenne Chiellini ha poi salvato l’1-0 con una spaccata delle sue. Lo stage dei giovani, in programma lo stesso giorno del sorteggio, è stato rinviato a dicembre: oggi il solo obiettivo è andare al Mondiale.
Per riuscirci, ci vorranno appunto i veterani, il cui impegno in prima persona, certificato dalla famosa riunione di Torino in assenza del ct, è stato simboleggiato dalla presenza in tribuna dell’acciaccato Barzagli. Non può sfuggirne il significato: il senso di unità del gruppo. Riacquistare l’unità tattica e di gioco sarà più complicato, anche se il recupero degli infortunati aiuterà.
La partita di ieri ha rappresentato un esame relativo, però nel secondo tempo qualche miglioramento si è visto nello spirito d’iniziativa, incarnato da Insigne. Più degli schemi, nell’esame senza appello per andare in Russia, conteranno le giocate di chi ha tecnica superiore alla media, che nel primo tempo è stata bassa. Quanto all’esame ambientale, il clima era tutt’altro che ostile. Le tensioni, semmai, erano interne, per le misure di sicurezza straordinarie e il caro prezzi dei biglietti. Le restrizioni, decise per evitare ogni rischio terroristico (sui palazzi sopra il campo c’erano perfino i cecchini), sono state giudicate incongrue a Scutari, città della tolleranza religiosa, teatro delle prime rivolte contro la dittatura comunista e sede del museo della memoria dei 46 anni di regime. L’omaggio alla gloria albanese Cana, che lasciava il calcio, ha tuttavia allontanato i contrasti.
Ventura ha ripristinato l’amato 4-2-4, spesso 4-4-2 classico, con Eder per Barzagli. Immobile e Parolo, diffidati, erano vistosamente frenati, le reclute Gagliardini e Spinazzola peccavano di precisione. La compatta Albania molto italiana (5 di serie A e B in campo e 3 in panchina) ha tirato da fuori, impegnando Buffon in respinte non impossibili. La Nazionale aveva nei due esterni Insigne e Candreva le uniche reali risorse per attaccare, ma il loro frequente accentramento, per le discese di Darmian e Spinazzola, ha funzionato poco. Così il lancio di Bonucci per le punte è ridiventato la formula classica. Il portiere dell’Atalanta Berisha, in uscita, ha impedito il gol a Immobile. Un rigore reclamato per fallo di mano di Veseli su cross di Eder (ma il tocco iniziale era stato di petto) e un destro in corsa di Immobile hanno completato il modesto primo tempo.
Nel secondo l’Albania si è sbilanciata un po’ e Insigne si è infilato con più successo nei nuovi spazi, fino al cross di Spinazzola, controllato e scagliato in gol da Candreva. Adesso torna il campionato, con Juventus-Lazio, Roma- Napoli e il derby di Milano. Ma è meglio non dimenticarsi che tra un mese il calcio italiano ha un appuntamento decisivo.
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