AS ROMA NEWS BOVE – Il duro lavoro ripaga sempre. Ne è convinto anche Edoardo Bove che in queste stagioni ha dato il massimo per raggiungere il momento fin qui più importante della sua carriera. Quindi un gol in semifinale che potrebbe decidere una finale di Europa League, ma anche il suo futuro. Sempre più radioso, scrive il Corriere dello Sport.
Il centrocampista giovedì sera magari può non aver giocato la sua miglior partita, ma quel che importa è che l’ha decisa. Facciamo un passo indietro, cioè al primo tempo in cui Bove aveva commesso qualche sbavatura di troppo sia nella copertura del veloce Palacios, sia nella sua posizione.
Si apriva un po’ troppo in mezzo al campo, e questo non era tanto piaciuto a Mou. Durante l’intervallo la correzione, poi il resto potrebbe diventare storia. La caparbietà nel cercare quel pallone in mezzo al campo, poi la qualità nel saltare in velocità due avversari, e la bravura nel respingere forte quel pallone in porta dopo la buona parata del portiere tedesco su Abraham.
Da romano e romanista è un gol che non dimenticherà mai. Perché racchiude gli anni di sacrifici, e di tanto lavoro negli oltre dieci anni trascorsi a rincorrere il sogno di giocare per la Roma. Ma tutti a Trigoria sapevano che Bove prima o poi sarebbe arrivato in prima squadra. Il predestinato. Basti pensare che al ragazzo dell’Appio Latino è bastato un solo provino per essere preso nel 2012 nel settore giovanile, sebbene qualche momento di tensione: «Faccio il primo provino ed essendo estate, parto in vacanza con la mia famiglia – ha raccontato tempo fa Bove -. Qualche giorno dopo i miei genitori ricevono una chiamata: «Ma dov’è vostro figlio? Lo stiamo aspettando per iniziare». Ero al mare, non avevo capito ci fossero due test. Pensai: «Vabbè, è finito tutto. Il sogno è svanito, potranno mai prendere uno che non si presenta ai provini?». Lo hanno fatto, grazie anche a Bruno Conti a cui è bastato un attimo per capire le qualità del ragazzo.
Ieri era agli Internazionali di tennis al Foro Italico per assistere al match di Fognini, qualche giorno fa invece ha fatto il tifo per il suo grande amico Cobolli. Da bambini entrambi praticavano sia il calcio sia il tennis, poi ognuno ha preso la giusta strada e sono diventati due ragazzi promettenti dei rispettivi sport.
Il tennis gli è rimasto nel cuore e resta una passione, il calcio è invece diventato la sua vita. Testa sulle spalle, fidanzata storica da tanti anni, Edoardo da pochissimo tempo è andato a vivere da solo e non ha mai perso di vista gli studi: è iscritto al corso di laurea in economia e management presso l’università Luiss e parla quasi perfettamente l’inglese e il tedesco.
Merito anche della mamma Tanja italo-tedesca, che lo ha sempre aiutato insieme al papà Giovanni a far conciliare sport e studio sin dall’infanzia. «Edoardo è un ragazzo educatissimo, con formazione accademica – le parole di Mou dopo il Bayer -. È un professionista, sembra un 30enne. È cresciuto a livello emozionale. Io ho fatto il mio lavoro, ma il merito è della famiglia». Anche un’altra famiglia lo ha sempre sostenuto, quella romanista.
Pellegrini lo ha aiutato da quando è salito in prima squadra, anche nei momenti più difficili quando aveva meno occasioni di giocare. A gennaio il Lecce lo ha chiesto, così come il Sassuolo che era arrivato a offrire otto milioni: un no secco di Mourinho come quando nell’estate 2021 aveva bloccato la sua cessione alla Triestina. E ha avuto ragione. Bove può aver segnato uno dei gol più importanti della stagione e della sua carriera.
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