(Il Messaggero – A. Camilletti) E oggi? Stessa tv, stesse postazioni. E guai a sgarrare, per Liverpool-Roma. «Partita importantissima, c’è grande tensione nell’aria», dice da Testaccio Mattia Virone, che dal bancone del bar Linari misura gli umori giallorossi nella grande vigilia della semifinale di Champions. Giallorosso pure lui, abbonato in curva Sud: «Io sarò allo stesso pub, con gli stessi amici, allo stesso tavolo, ciascuno nello stesso posto. Anche stessa birra: di solito si può cambiare cibo, ma domani (oggi, ndr) no». Deve essere tutto come l’ultima volta, «Barcellona-Roma: c’è sempre la speranza di rivalsa». Sembra un paradosso, perché l’andata dei quarti non finì benissimo, «ma è il risultato finale quello che conta», dice anche Fabio Renna. Nell’84 Mattia non c’era ancora, «ma mio padre mi ha raccontato le lacrime che si è fatto dalla madonnina di Monte Mario – dice – La voglia di vincere è fortissima, anche se alcuni romanisti non vogliono parlare per scaramanzia». Renna, presidente di Club, è certo: «Seguo il rito Barcellona-Roma e come me gli altri della chat di amici. Io stavo da un amico, la moglie aveva cucinato la pasta: tornerò lì, ma loro saliranno tardi da Napoli e dovremo mangiare pizza e questo già non va bene (sorride, ndr). Io però porterò come l’altra volta tre birre calde e poi berremo la sua, fredda. Mia figlia era a cena da un’amica e tornerà lì».
L’ORGANIZZAZIONE Sarà Liverpool-Roma ovunque. In casa, nei ristoranti, nei pub, nei luoghi giallorossi. «Io sarò al club con i soci che non sono andati a Liverpool, saremo una sessantina», dice un altro presidente, Sergio Rosi, proprio a Testaccio. «Ognuno ha il posto fisso – racconta Rosi, che di suo si dice non scaramantico – E c’è chi dice non mi cambiare sedia. Un socio l’altro giorno ha portato la sedia da casa perché ci aveva visto la partita con il Barcellona». Erano qui in parecchi anche nell’84. «Io avevo 10 anni – racconta -. Era stata preparata una riproduzione della coppa in cartapesta alta 4 metri: 20 giorni di lavoro e un camion per portarla fuori dalla sede, venne ancorata in strada. Avevamo organizzato una festa che se avessimo vinto sarebbe finita appena dieci giorni fa». Alla pizzeria da Remo si esorcizza il risultato. «Se andiamo in finale – dice Silvio Toscano – facciamo una pizza alla Kiev». C’è chi ha trascorso la vigilia a prepararsi per il volo. Fabrizio Grassetti, presidente dell’Unione tifosi romanisti, decollerà per Liverpool con il primo charter. «Sono cinque in tutto – dice l’avvocato – Il bello è che arriveranno a Liverpool associati anche da Dubai, Düsseldorf, Liegi, Ungheria, Bulgaria, New York e ci saranno i Lupi di Londra. A Roma ci si ritroverà nelle sedi dei club». Nessun particolare rito, sottolinea Grassetti, però… «Giusto qualche piccola scaramanzia, come l’abbigliamento per percorrere la stessa strada per l’Olimpico: una camiciona pesantissima che non posso mettere… o chissà forse sì». Eh sì, la memoria è sempre fresca. «Ho seguito la Roma a Liverpool in due occasioni: l’anno prima dello scudetto, che si concluse con la vittoria amara della Roma che venne poi eliminata. E la volta della sconfitta 2-0. Un’altra volta andai in Galles e feci comunque una tappa a Liverpool».
Match evocato già ieri sera, alla Sala Umberto, alla rassegna Sport tra epica ed etica presentata da Marco Mazzocchi: doveva esserci anche Bruno Conti, volato ovviamente a Liverpool. E oggi? C’è un po’ di allarme per un gruppo di tifosi partiti senza biglietto: 500 in tutto, si dice. Intanto, su internet ci sono siti che si pongono come mercato per i biglietti del match di ritorno, pure di seconda mano. Prezzi alle stelle, però. Per restare in casa, la As Roma ieri ha messo in palio sul proprio sito due biglietti in tribuna d’onore per il 2 maggio all’Olimpico. È necessario iscriversi entro il 26 e incrociare le dita: i biglietti verranno assegnati per estrazione.
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