(Il Messaggero – A. Angeloni) “Un po’ pignolo, ma non certo integralista. Papà ama mettersi in discussione, sa convivere con le critiche, è uomo aperto, per nulla rancoroso. Per me è un modello calcistico, oltreché di vita», firmato Federico Di Francesco.
Ce la farà la Roma mercoledì?
“Non lo so, è difficile. Ma io lo spero tanto. Ha dimostrato di essere in grado di fare certe imprese. Conoscendo papà, non parte certo battuto. Ci proverà, sicuro”.
Eusebio oggi è un eroe a Roma.
“Ovvio, ha battuto il Barcellona. Impresa mica da ridere, se lo merita. Era felicissimo, ora gli tocca un’altra battaglia. Ma è pronto”.
Ci crede quando Eusebio racconta di non aver dormito la notte per trovare una soluzione anti Barça?
“Non faccio fatica. A Pasqua sono venuto a Roma per stare con i miei genitori. Gli dicevo, papà andiamo a fare un giro. Macché, doveva vedere i video per preparare la gara di andata. Nel suo lavoro è maniacale, ma fa bene, lo farà ancora”.
Che rapporto ha con suo padre?
“Molto bello. Ora tra noi c’è un dialogo da uomini, un rapporto alla pari. Quando ero più piccolo con me, sarà che sono il primogenito, era molto pignolo. E certe volte, mamma mia…”.
A Bologna come si trova?
“Molto bene, anche se il periodo non è dei migliori. Vivo in centro, amo passeggiare, respiro la storia di questa città, la gente è discreta, quasi ha paura di disturbarti. Di meglio non potevo trovare”.
Beh, Roma, ad esempio.
“C’è papà, lui non vuole”.
E ci crede?
“Sì, sarebbe dura. Staremmo in difficoltà. Per ora faccio il tifo per lui e per la Roma. Diciamo che mi piacerebbe essere allenato da un allenatore come lui, poi è mio padre e diventa complicato. Mai dire mai, però”.
Si ricorda la prima volta che ha affrontato suo padre da calciatore?
“L’anno scorso, due volte contro il Sassuolo. Ma giocai titolare solo nel ritorno fuori casa. Quella che ricordo di più è all’Olimpico contro la Roma: molto emozionante”.
Lei si sente in competizione con suo padre?
“Vorrei fare meglio di lui. Ma troppo devo pedalare”
Eusebio ha vinto lo scudetto a Roma, ha giocato in Nazionale.
“Per questo è difficile superarlo, ma è un mio obiettivo. È una sana rivalità”.
Consigli gliene ha mai dati?
“Non come allenatore, è uno molto discreto in questo. Mi ha sempre lasciato fare, mi ha dato la possibilità di inseguire i miei sogni. Lo sento vicino come padre, non come allenatore”.
A Roma ha vissuto anche momenti difficili.
“Sì lo so, me ne sono reso conto. Ma lui non si abbatte facilmente, crede nel suo lavoro e va avanti. Le critiche le ha sempre ascoltate e accettate, fanno parte del gioco”.
Il suo essere pignolo, ora diventa l’esempio.
“Si, una volta dicevo che pizza, papà, oggi mi sento di seguire certi insegnamenti, faccio attenzione ad altre cose che prima non notavo. E quelle frasi te ne accorgerai quando sarai grande, oggi capisco che sono vere”.
Ma avrà dei difetti, Eusebio?
“Si certo, ma è una persona che stimo. E’ sempre tranquillo, educato con tutti”.
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