(Il Messaggero – A. Abbate) Esce furioso, rientra generoso. Felipe è cambiato, adesso va ancora più applaudito. Era il migliore in campo, Inzaghi al 60’ lo ha sostituito. Lui non l’ha presa affatto bene, è volato nel tunnel col volto scuro, ma dopo ha capito. Una manciata di minuti nello spogliatoio a smaltire la rabbia per non poter dare più in campo il proprio contributo, quindi rieccolo in panchina a incitare i compagni e consolare Radu in occasione dell’espulsione. A fine derby il giro di campo con la squadra e anche l’abbraccio col tecnico di fronte ai tifosi: «Nel giorno del mio compleanno ho avuto un regalo che tutti sognano… Giocare per voi e combattere sino alla fine. Grazie del sostegno. E’ stata una giornata speciale e importante per me e per tutta la squadra. Daje Lazio, più forti che mai».In dieci lo 0 a 0 è un buon risultato, essersi ritrovati viene prima di tutto: «Siamo una squadra unita e in questi momenti difficili si vede la nostra forza, non solo quando le cose vanno bene. Abbiamo fatto otto mesi alla grande, mettendo in campo belle prestazioni, correndo sempre l’uno per l’altro. Ci siamo messi alle spalle quanto successo a Sali- sburgo, continuiamo con questa mentalità». Questa sì che è maturità.
AUGURI – Venticinque anni non arrivano per caso, ieri Anderson voleva mangiarsi il prato. Un tempo di sgommate sulla Roma e accelerazioni per aiutare persino in ripiego la difesa. Felipe merita elogi per questa prova. Viene incontro e riparte, è sgusciante e voglioso. Fosse diventato per sempre così, bisognerebbe fargli subito il rinnovo. In realtà è quasi già tempo con un contratto in scadenza nel 2020. Ma il brasiliano e la Lazio si siederanno a tavolino soltanto a fine stagione. In questo rush finale lui deve dimostrare d’essere diventato davvero un campione. Ieri c’ha messo la testa, così alla fine ha partecipato alla festa. Con un gol o il passaggio giusto pote- va essere la sua come nel 2015, ma ormai Anderson non è più solo individualista, preferisce condividere tutto con gli amici.
FUTURO – Il regalo è il sorriso ritrovato di tutti i laziali, adesso Felipe può pure pensare ai festeggiamenti. Ha rimandato gli inviti, ieri era troppo tardi. Dopo la cena in famiglia, ci sarà tempo per altri brindisi. Il più bello sarebbe quel- lo con la Champions in mano. Al- tro che derby, centrare l’Europa che conta per il brasiliano sarebbe il coronamento totale. Ander- son si sente pronto a spiccare il volo, dopo 5 anni di Lazio vorrebbe ancora farlo a Formello. Sembrano lontani i frangenti bui della discordia post-Genoa, il brasiliano ha già ritrovato in biancoceleste serenità e armonia. Eppure a giugno anche Lotito e Tare vorranno avere l’ultima parola. Intanto Felipe nei dribbling e nelle parole non ha più la saudade strozzata nella gola.
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