Damiano Tommasi, presidente dell’AIC ed ex centrocampista della Roma, parla così alla Gazzetta dello Sport della situazione in Figc dopo la disfatta della mancata qualificazione ai Mondiali.
“Sei anni fa, quando scioperammo in Serie A, avevamo tutti contro. In questi giorni ricevo numerosi messaggi da parte dei tifosi che mi chiedono di fermare il campionato finché Tavecchio e gli altri non si dimettono. Mi auguro che lunedì ci sia una presa di coscienza e che Tavecchio non abbia la maggioranza per andare avanti. Noi ci saremo chiederemo le dimissioni del consiglio”.
“Bisogna azzerare il consiglio federale e convocare nuove elezioni. Questo è il primo passo per qualsiasi discussione. L’ho detto chiaramente in riunione ma le altre componenti vogliono sentire le proposte di Tavecchio, cioè a loro va bene ripartire con le stesse persone e le stesse logiche. A noi no – continua – Ho la quasi certezza che si cercherà di avere il consenso attraverso una redistribuzione delle risorse e degli incarichi, anche grazie alla nuova Melandri che consente alla Figc di distribuire i fondi. La conta dei voti è la cosa che lascia più sgomenti. Pensare di andare avanti con questa governance, dopo quello che è successo, vuol dire non avere senso delle istituzioni”.
“Devono esserci le dimissioni del consiglio federale. È impossibile fare le riforme con l’attuale dirigenza, che non ha neanche avuto la forza di metterci la faccia in sala stampa dopo la partita. Noi siamo disponibili a sederci attorno a un tavolo. con l’auspicio che ogni componente faccia un passo indietro e senza aver paura di copiare le buone pratiche dall’estero. Magari riusciremo anche a trovare un candidato unico sulla base di un programma condiviso. Ma prima è necessario un segno di discontinuità. Altrimenti il rischio è di ripetere gli errori del passato: promettere le riforme, accontentare questo e quello, tirare a campare. Voglio parlare di calcio quando sarà l’ora, solo davanti a un atto di responsabilità da parte di Tavecchio e del consiglio. Se siamo fuori dal Mondiale – conclude Tommasi – è perché da troppi anni non si pensa a un progetto sportivo, né in Figc né nei club”.
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