(Il Tempo – M. Ciccognani) Siamo alla frutta. Anche la Macedonia si prende gioco dell’Italia. Al Grande Torino finisce 1-1, il minimo sindacale che dovrebbe bastare per mandarci ai playoff ma non serve a migliorare il ranking che non è solo colpa dei predecessori di Ventura. Idee poche, qualità ancora meno. Ventura dice che i numeri non contano rispetto alla disponibilità della squadra. Peccato che anche ieri proprio i numeri e la mancanza di un’idea vera e propria abbiano tradito ancora. Contava vincere ma soprattutto contava dimostrare che i fantasmi del non gioco visto contro Israele erano stati allontanati. E invece i problemi sono sempre gli stessi. Italia che macina, ma senza costrutto e per un’ordinata Macedonia pochi pericoli. Il modulo, termine che Ventura non vuol sentire nominare, conta: gli azzurri in fase di possesso si schierano con un 3-4-3 mascherato in un 3-2-4-1, con i due in mezzo, Parolo e Gagliardini, che con poca assistenza fanno fatica, mentre in fase di non possesso l’Italia si dispone con un 5-4-1 manco davanti avessimo i più forti al mondo.
Il gioco esce fuori solo a tratti, più per l’estemporaneità dei singoli che non per una interpretazione corale. Si tranquillizzino i tifosi del Milan. Il Bonucci rossonero non è diverso da quello che ieri ha riabbracciato la sua vecchia BBC juventina, perché gli errori in fase di copertura continua a collezionarli e in un’ocasione (41′ del primo tempo) deve ringraziare Chiellini che toglie le castagne dal fuoco salvando dopo una clamorosa indecisione dell’ex compagno che aveva messo Nestorovski nelle condizione di farci male. Chiellini solo due minuti prima aveva sbloccato il risultato grazie a una percussione di Insigne. Per il resto, poca roba se non un avvio spumeggiante della premiata ditta Insigne-Immobile, doppio scambio al volo al 7’ con il napoletano che solo davanti a Dimitrievski si fa ipnotizzare calciandogli addosso. E bisogna aspettare la parte discendente del primo tempo per rivedere un barlume di luce, prima con Insigne bravo a colpire di testa a centro area su centro di Parolo ma non altrettanto a trovare l’angolazione giusta con palla tra le braccia del portiere e due minuti dopo (37′) con Zappacosta che in area controlla bene ma spara fuori misura.
Un solo squillo e gioco stantio incapace di coinvolgere il pubblico del Grande Torino. Vada per le assenze (De Rossi e Verratti in mezzo, Belotti in prima linea), ma non migliora l’intensità del gioco visto che in mezzo due (stavolta Parolo e Gagliardini) non possono bastare. Doppio cambio nella ripresa, dentro Rugani per Barzagli e Bernardeschi per Verdi. Pandev ha la palla buona, voleva fare gol a Buffon e per poco non lo castiga di testa. Ma il gol macedone arriva a 13′ dalla fine quando Trajkovski, attaccante del Palermo, raccoglie l’invito di Pandev e con un destro imprendibile fa secco Buffon. E finisce 1-1 con un’Italia che non c’è ma che sarà bene ritrovare al più presto per non avere sgradite sorprese agli spareggi. In realtà, la qualificazione non è ancora matematica perché perdendo in Albania l’Italia, sulla carta, potrebbe essere l’ultima tra le nove seconde dei gironi. Difficile, ma dopo ieri rischia comunque di non affrontare da testa di serie le gare da dentro o fuori, incontrando così squadre come il Portogallo. La strada per la Russia è ancora lontana.
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