Romelu Lukaku

AS ROMA NEWS INTER LUKAKU – Poche luci a San Siro per Lukaku. Poco Big Rom per la Roma in un Meazza che ha infranto il muro del suono per contestarlo. Lukaku ha risentito della contestazione. Al di là della poca forza della Roma in fase offensiva, Romelu non è riuscito a dare quel qualcosa in più alla squadra, anche solo in fase di grinta o costruzione del gioco. E alla fine il duello a distanza con Thuram, quello tanto sentito dai tifosi, lo ha vinto il francese, scrive il Corriere dello Sport.

Lukaku quelle tre stagioni non potrà mai dimenticarle, così come i 78 gol segnati in 132 partite con la maglia dell’Inter. Molti di questi esultando a San Siro, quello stadio che ieri lo ha contestato dal primo all’ultimo minuto. Anzi, da prima che Maresca fischiasse l’inizio del match e desse il via alla sofferenza romanista. Romelu ha sentito il peso del passato, di un amore terminato come peggio non poteva e di un astio che a suo avviso non rispecchia i veri motivi della fine del rapporto con il club nerazzurro. «Un giorno racconterò cosa è successo davvero», ha detto qualche tempo fa Big Rom. Aspettando però quel giorno, Lukaku ne ha vissuto uno che difficilmente dimenticherà, e che non può non aver influito anche nel suo rendimento in partita. 

La minaccia delle multe non ha intimorito i tifosi interisti che dal riscaldamento hanno sfoderato i loro fischietti e indebolito i timpani del belga e di tutti coloro che erano a San Siro. Il tutto condito da diversi cori coloriti verso il numero 90. L’ingresso in campo del protagonista assoluto di questa partita è stato accolto secondo i pronostici.

Lui d’altro canto si era studiato una personale tattica di “sopravvivenza” alla contestazione: ha applaudito a lungo il settore ospiti giallorosso, posizionato lato curva sud, senza mai rivolgere lo sguardo verso la Nord da cui partiva la contestazione. Un paio di risatine con qualche compagno mentre svolgeva il riscaldamento. Della serie: «Hai visto che bell’accoglienza?». Inevitabile viste le premesse e le promesse. 

Poi il tanto atteso saluto tra i giocatori dopo l’inno della Serie A. E lì le vecchie ruggini con qualche ex compagno di squadra si sono viste tutte. Detto del saluto nel tunnel con Mkhitaryan e Calhanoglu, Lukaku in campo ha volutamente saltato il “cinque” con Acerbi, marcatore a uomo del belga nei novanta minuti, mentre a sua volta non lo ha ricevuto da Barella: una finta alla stretta di mano, con tanto di risata finale del centrocampista nerazzurro. A Lautaro invece un saluto con tanto di pacca sulla spalla. Brevi nostalgici momenti della coppia che fu. 

Tanto tempo con le mani sui fianchi, una sola buona palla filtrante giocata verso la porta – nel secondo tempo – e qualche errore di troppo. «In questi giorni abbiamo visto bene Lukaku, è stata una partita difficile per tutti», ha commentato Cristante a fine partita. Ma da Romelu non è arrivato neanche un tiro in porta.

Quasi se lo sentisse visto che nel riscaldamento è stato l’unico giocatore a non provarli. Zero tiri in porta, zero occasioni create, solo 26 tocchi del pallone, e 19 passaggi (di cui 14 riusciti). Sette passaggi nella trequarti avversaria. Numeri negativi, segno di una sofferenza e non soltanto dovuta alle poche azioni create dalla Roma. Una sofferenza anche mentale e che ha inciso pesantemente sulla sua prestazione.



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