ULTIME NOTIZIE AS ROMA VENEZIA AURELIANO – Che la Roma affondi in laguna anche sotto i colpi di un Aureliano, è uno sberleffo di un destino che in queste ore deve apparire ai romanisti cinico e baro come nei tempi più cupi. La cinta muraria che l’imperatore fece elevare a difesa della città, attaccata dai barbari, resiste da più di millesettecento anni, scrive Il Messaggero.
Quella che Mourinho aveva alzato a protezione della squadra, è crollata piuttosto fragorosamente in una domenica umida e malinconica come solo certe giornate lagunari sanno essere. Il rigore assegnato al Venezia sul 2-1 per la Roma ha cambiato, come dicono quelli bravi, l’inerzia di una partita che probabilmente perfino gli imprudenti ragazzi della banda Mourinho a quel punto avrebbero portato a casa. Ma, in tutta onestà, il danno la Roma lo aveva già subito, e da se stessa.
Purtroppo per loro, simili momentacci i romanisti li hanno già vissuti con Fonseca e Di Francesco, per non andare troppo in là. Allenatori decisamente più normal di José (anche nello stipendio che percepivano). Ora, lungi da noi dargli del bollito, però non può nemmeno essere che la stessa squadra che lo scorso anno si arrampicò fino alle semifinali di Europa League sia diventata, di colpo, incapace di battere in due partite i campionissimi norvegesi del Bodo Glimt.
Qualcosa non torna e non basta rifugiarsi nella polemica arbitrale. Legittimo lamentarsi, fa parte del gioco alludere a un Palazzo che non vuole la Roma al 4° posto, ma serve a portarsi dietro gli umori del tifoso e ad allontanare la resa dei conti: non aiuterà a risolvere i problemi della squadra.
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