Contro la Sampdoria è cominciata la carriera professionistica di Alessandro Florenzi. Sempre contro la Sampdoria, domenica prossima, Florenzi può cambiare vita calcistica.
INVESTITURA – Spalletti è stato chiaro sull’argomento, dopo l’amichevole con il San Lorenzo. «Se ho la possibilità, voglio spostarlo più avanti: a centrocampo o in attacco». Non lo ha bocciato definitivamente come terzino, perché lo considera un uomo di fascia destra che può ricoprire più ruoli, però non intende adattarlo alla posizione meno familiare se non in situazioni di emergenza o in certe situazioni di certe partite. E adesso, dopo un ricco investimento sul mercato, il terzino destro titolare è Bruno Peres che nell’ultima partita, a Cagliari, era stato spostato dall’altra parte a causa dell’infortunio di Juan Jesus.
MEDIANA – Già ma se non gioca “basso”, dove altro può trovare spazio tra gli undici Florenzi? A centrocampo, in un ipotetico 4-3-3, verrebbe utilizzato come interno destro, come nella stagione di Zeman. Ma a chi toglierebbe un posto tra De Rossi, Strootman e Nainggolan, con Paredes rampante quarto incomodo? Anche in mezzo al campo, Florenzi rischia di essere un’alternativa e non un titolare sicuro. Un giocatore prezioso e apprezzato eppure non determinante per la squadra.
ATTACCO – Rimane la terza possibilità: tornare esterno d’attacco, come nell’annata magica di Rudi Garcia. A sinistra, forse, dove potrebbe sfruttare il tiro con il piede destro. Florenzi l’equilibratore, l’esterno di corsa che non disdegna inserimenti, gol e assist. Ma in un reparto che già contiene Salah, Perotti ed El Shaarawy, senza contare Iturbe che parte in ritardo rispetto agli altri, Florenzi rischierebbe anche di rimanere fuori, almeno in un ipotetico undici ideale.
AFFOLLAMENTO – E’ chiaro che una panchina non è per sempre, nel calcio moderno. E che una rosa di qualità deve includere almeno 18 giocatori per sopperire a stanchezza, squalifiche e infortuni. Ma oggi Florenzi, capitano prima della pausa a Cagliari, non è più sicuro di giocare dall’inizio. E potrebbe essere sacrificato già contro la Sampdoria. Che è proprio la squadra che gli ricorda il debutto in Serie A, il 22 maggio 2011, con Montella in panchina: sostituì nientemeno che Francesco Totti prima di essere ceduto al Crotone.
SCENARI – Il balletto dei ruoli, intanto, gli ha fatto perdere posizioni in Nazionale perché tanto Conte quanto Ventura, che pure hanno schierato l’Italia con il 3-5-2, non lo considerano insostituibile. In Israele ad esempio Florenzi è partito dalla panchina. Tutti questi movimenti condizioneranno il suo umore e le sue preferenze future? Impossibile prevederlo, così come non si possono anticipare le intenzioni e le esigenze della società. Ma bisogna ricordare un precedente che risale a due anni fa: Florenzi chiese a Garcia se potesse considerarsi un titolare e Garcia rispose rassicurandolo, trovandogli in seguito collocazione nella linea difensiva. Oggi le opzioni sembrano più ristrette e per un giocatore che ha tanto mercato (Italia e Inghilterra) possono costituire una tentazione centrifuga. Essendo romano e romanista, naturalmente, Florenzi farà di tutto per rimanere, tanto più che il suo destino nel medio periodo sarebbe di ereditare i gradi definitivi del capitano, dopo il commiato di Totti e De Rossi. Ma il ruolo di tappabuchi non può più bastargli: quando la disponibilità al sacrificio e l’abnegazione sul lavoro diventano un handicap, i conti non tornano più. Da Florenzi tuttologo a Florenzi precario il passo è breve.
(Corriere dello Sport – R. Maida)
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