Alla radice di ogni storia, in fondo, c’è anche il suo opposto, il «cosa sarebbe successo se…». Quella di Alessandro Florenzi, probabilmente, era scritta in modo fin troppo evidente. Grande passione per il calcio, grande talento, ma anche incomprensione dei suoi allenatori per un fisico non propriamente da supereroe. Morale: sogni riposti nel cassetto e futuro da cameriere nel bar di famiglia, tanto anche lì chi sa andare di corsa è molto prezioso. Poi però la storia cambia. Bruno Conti e Andrea Stramaccioni scorgono qualità che vanno al di là dell’altezza e adesso Alessandro qui in Francia, con quei baffetti alla Clark Gable, scrive in ogni partita il suo «Via col vento». Il che a pensarci bene, per uno come lui, sembra essere proprio la definizione giusta.
MILLEUSI – D’altronde, macinare chilometri sembra essere il mantra della sua vita, avendo in dono piedi educati che gli consentono di giocare in tante posizioni diverse. E in carriera Florenzi ne ha ricoperte diverse: terzino destro e sinistro, interno di centrocampo, attaccante di fascia destra e sinistra. Un mosaico di situazioni tattiche sempre diverse fino ad arrivare, con Antonio Conte contro la Spagna, a percorre la corsia laterale tutta intera come da Vangelo del 3-5-2. «Sulla fascia destra mi trovo a mio agio – spiega Alessandro –. In questo ruolo riesco a mettere in campo le qualità che ho».
MAI PERDENTI – Meglio, perché il totem Germania è forte e sa di esserlo, tanto più che il gruppo di Conte ha perso pezzi importanti. «Chi pensa alle difficoltà è un perdente – replica ruvido –. Sì, hanno riposato un giorno in più, abbiamo tante assenze, ma sono tutte scuse da perdenti. Anzi, dobbiamo prendere forza da queste cose perché uniti possiamo far qualcosa di importante. Battendo la Spagna ci siano tolti anche noi qualche sassolino dalla scarpa, perché tanti di loro ci avevano superato nell’Under 21. Siamo una buona squadra, sarà il campo a dimostrare se i tedeschi sono più forti noi. A loro non abbiamo nulla da invidiare. Certo, abbiamo l’Everest davanti, sono i campioni del Mondo, vincono e hanno una grande fiducia; noi invece la stiamo conquistando piano piano. Sarà una grande sfida, ma vogliamo questa impresa. D’altronde, alcune partite non vanno neanche motivate. Dici Italia-Germania e ti viene di dare il massimo. Ora, poi, ci temono tutti».
GIOCATORI-TIFOSI – Per l’Italia la prima garanzia sembra essere Conte. «Ha portato tutto il suo bagaglio tecnico-tattico e la sua personalità forte. Secondo me sta fermo solo quando dorme. Noi lavoriamo per fare in campo quello che ci dice. A volte va benissimo, a volte meno, ma il suo è un bel tipo di lavoro: fa piacere avere la palla e giocando a occhi chiusi sai che trovi un compagno in quella posizione. Noi stiamo preparando la partita anche in video per trovare lacune nella Germania. Ne ha poche, ma cercheremo di scovarle per colpirla. Lo spirito c’è. Quando vedi che a un gol il primo che ti abbraccia è un panchinaro, dimostra quanto siamo attaccati a questa maglia. Insomma, siamo giocatori-tifosi e vogliamo che i tifosi ci seguano e ci sostengano fino all’ultimo minuto». L’impressione è che sarà così. Volere bene a questa Italia, in fondo, è facile.
(Gazzetta dello Sport – M. Cecchini)
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