Alessandro Florenzi

(Il Messaggero – M. Ferretti) L’abbondanza di calciatori in una squadra non è, non potrà mai esserlo, un problema. Basta saperla gestire. Giusto? Così come non può essere un problema la duttilità di un singolo calciatore della squadra. Anzi, sapendo gestirla bene, rappresenta una grossa risorsa. Eusebio Di Francesco, il giorno della sua presentazione a Trigoria, fu chiaro: «Voglio lavorare nella specificità dei ruoli», disse rispondendo ad una domanda su Alessandro Florenzi, al tempo ancora convalescente. Già, Florenzi. Non v’è dubbio che Di Francesco, avendo a completa disposizione uno come Ale, possa rivedere il concetto di specificità. Meglio un operaio specializzato che uno in grado fare benino un po’ tutto, si sa; ma qui non si tratta di far benino questo o quello. Florenzi, nonostante sia un operaio super specializzato (è un complimento, Ale), sa far bene tante cose. Una su tutte: garantire, ovunque venga impiegato, un carico di equilibrio fondamentale nell’economia complessiva della squadra. Dove lo metti, insomma, fa bene; anzi, sta bene. Ecco perché il suo recupero garantisce a Di Francesco un ventaglio di opzioni tattiche.

LE OPZIONI – L’altra sera contro la Chapeconese, Ale ha giocato come aveva fatto tante volte in precedenza con Luciano Spalletti in panchina, cioè quarto (o quinto) centrocampista e al tempo stesso quarto difensore. Copertura totale della fascia (destra), in parole povere. Questo vuol dire che, ragionando sul 4-3-3 di base di Eusebio, lui potrà giocare addirittura in tre posizioni: esterno basso, mezzala e esterno alto, con un’interpretazione personale di ogni soluzione. Nulla di nuovo, vero; se mai, qualcosa di rivisto, e magari corretto per via del modulo preferito dall’allenatore abruzzese. Ma la presenza in campo di Florenzi potrebbe dare anche il la ad una svolta tattica; una novità legata direttamente a Patrik Schick. È indubbio che due come Flo e il ceco possano giocare insieme nel 4-3-3, ma è forte la sensazione che possano farlo (meglio?) anche in un altro sistema di gioco, magari uno che preveda due punte centrali. Tanto, potete star tranquilli, l’equilibrio di squadra verrebbe comunque garantito dalla presenza dell’uomo di Vitinia. La verità è che quando tu puoi contare sulla molteplice specificità di uno come lui, tutto – sulla carta – appare possibile. Basta provarlo, verificarlo sul campo. E sulla disponibilità all’addestramento di Di Francesco non esiste alcun dubbio. Che negli ultimi giorni si è ritrovato con due titolari in più. E, come si sa, l’abbondanza non è, non potrà mai essere un problema. Basta saperla gestire, o no?



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