Rassegna stampa
Focolaio giallorosso. Kumbulla è positivo, ora sono cinque i giallorossi col virus
ULTIME NOTIZIE AS ROMA KUMBULLA CORONAVIRUS – Se proprio si vuole essere positivi, c’è da benedire la sosta. Perché con la positività di Marash Kumbulla emersa ieri pomeriggio ora sono ben cinque i giocatori della Roma ai box a causa del Covid-19. Fosse successo in un passaggio del campionato, la situazione sarebbe stata ovviamente molto più pesante, riferisce la Gazzetta dello Sport.
Così, invece, con la prossima partita in programma il 22 novembre contro il Parma (e quindi tra oltre dieci giorni) potrebbe anche succedere che l’impatto delle tante assenze possa essere un pochino meno invasivo. Certo è che a Trigoria sono preoccupati, non fosse altro perché in questo momento sono out in cinque a causa del coronavirus. Un focolaio giallorosso che tiene ovviamente sull’allarme tutti, nella speranza che non ci siano stati ulteriori contagiati (oggi altro giro di tamponi prima dell’allenamento agli ordini di Paulo Fonseca).
A dare la notizia della positività del difensore albanese è stato lo stesso Kumbulla, attraverso i suoi social, con una foto che lo ritrae nel salone di casa con il pollice teso verso l’alto, come segnale di sicurezza che Marash ha voluto trasmettere a tutti i suoi tifosi. Un modo come un altro per dire che comunque sta bene, senza sintomi, come detto anche nel post stesso: «Dall’ultimo tampone sono risultato positivo al Covid-19, ma per fortuna sto bene e non ho sintomi. Nessuno può dirsi al riparo da questo virus, vorrei sensibilizzare tutti ad evitare comportamenti che potrebbero mettere in pericolo la vostra salute e quella degli altri. Un saluto ai tifosi e un pensiero alle persone che stanno attraversando un momento difficile. Ci rivedremo presto in campo!».
Quello dell’albanese è la dodicesima positività giallorossa. I primi sono stati Mirante, Kluivert (poi ceduto al Lipsia), Bruno Peres e Carles Perez. Da fine ottobre, poi, la seconda ondata: i primi sono stati Diawara e Calafiori, a seguire Mancini, quindi Dzeko, poi il terzetto formato da Santon, Pellegrini e Fazio e infine l’albanese. Per fortuna di Fonseca, però, in queste ore sono tornati a disposizione Diawara e Calafiori (negativi al tampone di ieri), che dopo i 21 giorni di isolamento hanno avuto l’ok anche nelle visite mediche per l’idoneità sportiva.
E un sorriso l’allenatore portoghese ieri ha trovato comunque il modo di viverlo. Ed è successo quando gli hanno comunicato che gli esami strumentali effettuati da Leonardo Spinazzola avevano escluso lesioni all’adduttore destro, quello che lo ha costretto a lasciare il campo a Genova dopo appena un quarto d’ora di gioco. Confermato quindi il risentimento, come da diagnosi iniziale. Il che sostanzialmente vuol dire che Spinazzola resterà a riposo ancora per qualche giorno (svolgendo ovviamente le sedute di fisioterapia), ma già all’inizio della prossima settimana – o al massimo a metà della stessa – potrebbe tornare a disposizione del portoghese.
Il suo impiego contro il Parma, alla ripresa del campionato, è quindi molto più che una semplice speranza. Per Pastore, invece, ci sarà da aspettare ancora un po’. Ma intanto anche lui si è riaffacciato a Trigoria e questa è già una buona notizia. «Mi sento molto bene, ho seguito la squadra, sta giocando bene e ho voglia di tornare. Non potevo continuare a stare male e ho deciso di fare l’intervento in Spagna. Ora manca l’ultimo passo, ho bisogno di recuperare fisicamente e tornare prima possibile».
Lavorerà a parte per un paio di settimane, poi proverà a riaffacciarsi in gruppo. E se starà bene, Fonseca gli darà sicuramente una chance. Altrimenti a gennaio si capirà cosa fare: o continuare insieme spalmando lo stipendio o un’avventura all’estero (soluzione che poco convince il ragazzo) o risolvere il contratto. Prima, però, Pastore vuole vincere la sua battaglia. E cioè tornare a sentirsi un giocatore vero.
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