Rassegna stampa
Fonseca alla ribalta: “Il calcio offensivo, la mia ossessione”
ULTIME NOTIZIE AS ROMA FONSECA – La volontà di Paulo Fonseca è quella di convocarli tutti e tre, ma soltanto dopo la rifinitura di oggi il tecnico portoghese saprà se Ibanez, Mancini e Smalling potranno andare a Napoli con la squadra. Per la partita contro la formazione di Gattuso (ore 20.45) la Roma partirà domani in giornata in treno, per cui Fonseca ha qualche ora in più per decidere, riferisce il Corriere della Sera.
Ieri si sono allenati in parte da soli e in parte con il gruppo: Smalling sembra aver risolto i problemi al ginocchio, Mancini e Ibanez, pur non avendo fastidi muscolari, per ora non forzano. In ogni caso, Fonseca nel futuro stadio Maradona si affiderà alle sue certezze.
Torneranno quindi Mirante in porta, Veretout e Pellegrini a centrocampo, Karsdorp sulla fascia destra e i tre intoccabili davanti Pedro, Mkhitaryan e Dzeko. Il bosniaco, in campionato, non gioca praticamente da un mese (Roma – Fiorentina del primo novembre) e a Cluj è entrato nella ripresa giusto per mettere benzina nelle gambe.
Quella di domani sarà per lui la partita numero 231 con la Roma in cui andrà a caccia dei tre gol (ora è a 109) che gli mancano per salire sul podio all time dei marcatori giallorossi alle spalle di Totti e Pruzzo. Proprio lo storico capitano della Roma, a «Verissimo», ha voluto così ricordare Maradona: «Lui è ancora qui con noi. Avevo un bellissimo rapporto con Diego, quando ho smesso è stato il primo a chiamarmi per darmi sostegno. È stato un gesto che porterò sempre con me».
Un ricordo di Maradona, nei giorni scorsi, lo ha fatto anche Fonseca («È stato un idolo per tutti noi»), che poi al canale YouTube «Quarantena da bola» ha parlato anche di come si sia adattato al calcio italiano: «Mi hanno detto che nelle prime 60 partite sono stato l’allenatore più offensivo degli ultimi 90 anni della Roma. Essere offensivi è la cosa fondamentale e che ci interessa. È entusiasmante avere una squadra che sa segnare, sono sempre stato ossessionato dal possesso palla, qui ho imparato ad apprezzare altri momenti come la transizione offensiva. Siamo moderni e ci dobbiamo adattare». Lui lo ha capito benissimo tanto che, sul campo, in campionato la sua Roma non perde da 16 partite. L’ultima sconfitta, nel luglio scorso, proprio al San Paolo col Napoli.
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