ULTIME NOTIZIE AS ROMA MANCHESTER UNITED FONSECA – Per 45 minuti ha sperato di riuscire nell’impresa. Di vincere all’Old Trafford (esattamente dove il rimpianto Spalletti è caduto tre volte sue tre), di mettere un piede già verso la finale di Danzica e di prendersi una dolce rivincita su tutti quelli che non gli hanno dato fiducia fino in fondo (fuori, ma anche dentro la società), scrive La Gazzetta dello Sport.
Ed invece il tracollo finale per Paulo Fonseca ha l’amaro sapore dell’addio. «Vediamo, penso che in questa fase sia difficile parlare del mio futuro – dice alla fine l’allenatore della Roma – Ci sarà la possibilità di farlo più avanti, questo non è il momento giusto». Ed allora si andrà avanti così fino al 23 maggio, ultima giornata di campionato, per poi separarsi senza rimpianti. A meno che i giallorossi non riescano nell’impresa del secolo, ribaltando l’esito di ieri sera e strappando il pass per la finale di Europa League (in programma il 26).
Francamente, uno scenario anche difficile da poter immaginare per la situazione della squadra (visti anche i tre infortunati di ieri) e per l’arrendevolezza manifestata in corsa. La storia di Fonseca con la Roma finisce qui. Game over. Adesso si tratta solo di provare a salvare l’orgoglio e la dignità, con una prestazione all’altezza della situazione nella partita di giovedì prossimo all’Olimpico.
L’allenatore portoghese aveva fatto all in sull’Europa League, decidendo da tempo di giocarsi tutte le sue fiches sulla competizione europea. Troppi problemi per provare ad andare avanti fino in fondo in tutte e due le competizioni, meglio scegliere. Già, meglio però se poi si arriva fino in fondo, altrimenti il fallimento rischia di essere totale. Esattamente come sembra ora la gestione di Fonseca nella Roma.
Anche per come è maturata la sconfitta di ieri, anche per quel secondo tempo in cui sembravano esserci un paio di categoria di differenza tra le due squadre. Tenere il 3-2 o il 4-2 avrebbe permesso alla Roma di giocarsela ancora, prendere un’imbarcata del genere probabilmente no. «Ma in quel momento della partita abbiamo anche provato a difenderci più compatti, ma senza la possibilità di poter fare cambi era francamente dura – continua Fonseca – È una sconfitta pesante: buon primo tempo, ma nella ripresa non siamo esistiti. Siamo stati condizionati fortemente dagli infortuni. Nella ripresa avevamo Diawara e Smalling in difficoltà, ma senza poter fare cambi…».
E così si è materializzato quel blackout che ha portato la Roma a subire ben 5 gol in soli 45 minuti. «È stata soprattutto una questione mentale, la difficoltà è arrivata dopo il terzo gol. Abbiamo anche provato a reagire, ma era anche difficile cambiare qualcosa. Il blackout? Difficile spiegarlo, nella ripresa abbiamo lasciato tanti spazi. E dopo il terzo gol la squadra non ha avuto la forza di rialzarsi. Io sono sempre il principale responsabile, non voglio alibi. E non voglio scappare. Ma giocare contro lo United senza sostituzioni diventa difficile».Il bilancio
E allora ora bisognerà capire se la macchia di ieri cancella o meno anche quanto di buono fatto fino a ieri in Europa League. «Arrivare in semifinale e fare questo primo tempo in casa dello United dimostra che la squadra a questi livelli ci può stare – dice ancora il portoghese – Ma nella ripresa abbiamo sbagliato tutto. Non è stato un problema tattico, la partita era stata preparata bene, come dimostra proprio quel primo tempo. Dopo non abbiamo avuto la giusta forza mentale». E allora come provare a motivare la squadra per il ritorno? «Sarà difficile, non so neanche su chi potremo contare. Sono preoccupato, l’importante sarà recuperare almeno qualche giocatore». E salvare la dignità.
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