Fonseca cambia modulo. E’ la Roma dei giocolieri?

ULTIME NOTIZIE AS ROMA CAMBIO MODULO – Sarà la Roma dei giocolieri? Forse è ancora presto per dirlo con estrema certezza, bisognerà almeno aspettare la fine del mercato e capire come andrà a finire la vicenda-Dzeko. Di certo, però, c’è la forte possibilità che possa succedere. E, cioè, che da qui alla fine della stagione la Roma a livello offensivo possa affidarsi a giocatori quasi tutti piccoli, veloci e sguscianti, riferisce la Gazzetta dello Sport.

Perché anche se Dkeko dovesse restare, bisognerebbe capire come. Da separato in casa? E quante opportunità gli darebbe strada facendo Fonseca? Insomma, tutti dubbi legittimi, soprattutto poi se si dovesse procedere ancora per quella strada tracciata sabato scorso contro lo Spezia, quando per la prima volta l’allenatore portoghese ha schierato la sua Roma con il 3-5-2.

È certo che senza un centravanti vero come Dzeko (che funge anche da punto di riferimento dell’intero attacco), è più facile che Fonseca possa decidere davvero di continuare con il 3-5-2. Paradossalmente, proprio quello che qualcuno reclamava da tempo (e cioè di veder giocare insieme Dzeko con Borja Mayoral).

Ci si è arrivati in altro modo e non per una via virtuosa. Ma la Roma del futuro potrebbe essere proprio questa, con Borja Mayoral e al suo fianco un giocatore a dargli manforte: Mkhitaryan o Pedro, in attesa che sia ufficiale anche la firma di El Shaarawy. Questo per far sentire meno solo Mayoral e dargli una spalla in fase offensiva che gli possa togliere pressione nelle marcature avversarie.

Contro lo Spezia quel ruolo lo ha svolto Carles Perez, che però ha dimostrato ancora una volta tutte le sue difficoltà ad inserirsi in questo contesto di squadra. Il 3-5-2, tra l’altro, permetterebbe a Fonseca di continuare a far giocare Pellegrini in un ruolo che balla tra quello di mezzala e quello di trequartista, con Veretout dall’altra parte e Villar a fare il regista davanti alla difesa. Le mezzale avrebbero così capacità d’inserimento, sfruttando anche i movimenti di giocatori piccoli e veloci come quelli d’attacco.

È chiaro che senza un gigante come Dzeko, anche la manovra e la fase offensiva finirebbe inevitabilmente con il cambiare. Molta più manovra, molti più scambi, meno palloni alti e meno sponde. All’anagrafe Borja Mayoral è alto 1,82 e diventerebbe di fatto lui il più alto della batteria di attaccanti della Roma, visto che tutti gli altri sono al di sotto (e in alcuni casi anche di molto) dei 180 centimetri.

Pedro è sicuramente l’esempio estremo, con i suoi 167, poi vengono i 173 centimetri di Carles Perez, i 177 di Mkhitaryan e i 178 di El Shaarawy. A proposito, anche ieri il tampone fatto dal Faraone ha dato esito positivo, seppur di poco. Verrà ripetuto questa mattina, la speranza è che quella minima carica virale nel frattempo si sia dissolta e Stephan possa finalmente recarsi a Villa Stuart per svolgere le visite mediche e tornare a tutti gli effetti ad essere finalmente un giocatore della Roma (a due anni di distanza dal suo addio). El Shaarawy non vede l’ora, Fonseca anche, considerando che ha spinto tanto per averlo.

Se poi, invece, Fonseca dovesse decidere di ritornare al 3-4-2-1 (basta alzare una mezzala e fargli fare il trequartista, spostando uno dei due mediani in posizione più centrale), allora alle spalle di Borja Mayoral andrebbe a giocare anche uno come Lorenzo Pellegrini, che con i suoi 186 centimetri andrebbe a riequilibrare un po’ i conti in casa giallorossa.

Questo, ovviamente, in attesa poi che rientri anche uno del livello di Nicolò Zaniolo, di fatto il più grande di tutti (1,90). Per lui, però, bisognerà aspettare ancora quasi tre mesi. A marzo dovrebbe riprendere a correre, ad aprile c’è la speranza di rivederlo in campo. A quel punto, però, i giochi potrebbero essere già fatti. O almeno essere indirizzati. Che poi la Roma sia quella di piccoletti o meno, alla fine dipenderà tutto da Dzeko. E dal suo eventuale armistizio con Fonseca.

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