ULTIME NOTIZIE AS ROMA LAZIO FONSECA – All’inizio e alla fine della sua avventura romanista Paulo Fonseca si è trovato di fronte il derby. Seconda di campionato, 1 settembre 2019: era appena arrivato in giallorosso dopo tre titoli ucraini consecutivi con lo Shakhtar Donetsk. Finì 1-1, con parecchia fortuna perché la Lazio giocò meglio, scrive il Corriere della Sera.
Quella partita, associata al 3-3 casalingo contro il Genoa alla prima giornata, convinse Fonseca a «italianizzarsi», limitando la pressione alta e il possesso palla fino a sposare la difesa a 3 e la ricerca di quello che Arrigo Sacchi chiamava «contropiede corto».
Come è finita è sotto gli occhi di tutti. La Roma attuale è settima e rischia di arrivare ottava, ha 6 punti in meno dell’anno scorso, ha segnato 7 gol in meno e ne ha presi 18 in più (15 se togliamo lo 0-3 a tavolino contro il Verona, visto che sul campo era finita 0-0).
Stasera vivrà la sua ultima panchina giallorossa all’Olimpico trovando di nuovo di fronte la Lazio di Simone Inzaghi che non ha mai battuto in tre incroci. Nel campionato scorso un altro 1-1: questa volta fu la Roma a giocare meglio ma fu tradita da una paperissima di Pau Lopez.
Il 15 gennaio scorso, invece, è arrivato un umiliante 0-3, uno dei tanti scontri diretti persi e persi malamente in questa stagione. Servirà un copione diverso per non rischiare di chiudere nel peggiore dei modi: «Il problema di questa squadra è questo: non lascia molte occasioni gli avversari ma quando sbagliamo, le altre squadre segnano. Abbiamo preparato strategicamente questa partita in un modo un po’ diverso rispetto all’andata. Lì avevamo pressato sempre alto anche il primo momento di costruzione della Lazio, la squadra è stata poco equilibrata nel farlo e gli avversari sono ripartiti molte volte in contropiede. Sappiamo che la Lazio è molto pericolosa con Immobile, Correa, Luis Alberto, Milinkovic-Savic e i terzini. Dobbiamo stare attenti e vogliamo essere equilibrati in tutti i momenti della gara». Un’ipotesi è giocare con un 4-1-4-1 con Cristante o Mancini davanti alla difesa, anche se è più probabile il 4-2-3-1 con Villar accanto a Cristante.
Come (quasi) sempre, Fonseca è stato signorile in dichiarazioni che potevano anche essere più polemiche: «Lascio con l’orgoglio di essere stato allenatore della Roma in questi due anni. A volte c’è un sentimento di ingiustizia quando si lascia, ma per me non è così. Ho avuto il rispetto di tutti e la simpatia dei tifosi. Per me è importante avere questi sentimenti».
Meno convincente, invece, quando ha parlato degli infortuni che in realtà hanno flagellato un po’ tutte le squadre, in tempo di pandemia: È stata una stagione difficile, con tanti infortuni di giocatori importanti. Li avessi avuti a disposizione credo che saremmo arrivati in un’altra posizione. Sono cose reali: non aver avuto Smalling, il difensore più esperto, è stato pesante. Abbiamo giocato tante volte con difensori giovani. Molti gol subiti sono stati a causa dei nostri errori più che per la costruzione dell’avversario».
Detto che il grande dubbio di formazione è Dzeko o Borja Mayoral, a Trigoria sono arrivate dal’estero un paio di buone notizie e un’indiscrezione: Karsdorp è tra i preconvocati dell’Olanda per Euro 2021 e Ibanez nella nazionale olimpica brasiliana; piace Allan Saint-Maximin, funabolico esterno del Newcastle
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