Uno schema collaudato. Perfetto. Uno schema segreto, soprattutto. Così almeno è stato finora. C’è da farsi pagare una commissione per l’acquisto di un giocatore? Per lo sfruttamento dei suoi diritti d’immagine? I soldi finiscono prima in una società olandese, poi da questa vengono girati a una sigla anonima registrata in un paradiso fiscale, quasi sempre a Panama o alle British Virgin Islands. È un’architettura finanziaria complessa, ma l’obiettivo finale è semplicissimo: incassare offshore milioni di euro. Esentasse. Soldi pagati dai club di mezza Europa e dai più grandi marchi sportivi. L’abbiamo chiamata “Argentina Connection”, perché i giocatori coinvolti provengono quasi sempre dal più grande Paese al mondo di lingua spagnola. Ma anche perché argentini sono quasi tutti gli agenti e gli investitori coinvolti.
Ci sono stelle internazionali come Angel Di Maria, Radamel Falcao, Javier Pastore e James Rodriguez, ma anche tantissimi calciatori legati alla Serie A. Gli interisti Ever Banega e Juan Pablo Carrizo, lo juventino Gonzalo Higuain, il sampdoriano Ricky Alvarez, il mediano della Roma Leandro Paredes. E poi Erik Lamela, Maxi Moralez, Mario Bolatti, Fabian Rinaudo, Martin Caceres, Gonzalo Bergessio, il Cesena Calcio.
Per quasi tutti è stato usato lo stesso schema. Il club italiano ha pagato una impresa olandese, la quale si è tenuta una commissione variabile tra il 5 e il 7,5 per cento prima di girare il resto dell’incasso a una società basata in un paradiso fiscale. Ma c’è un altro denominatore comune. Molti dei giocatori coinvolti sono rappresentati dalla Dodici Sports, l’agenzia del procuratore argentino Marcelo Simonian. Secondo quanto abbiamo potuto ricostruire nella nostra inchiesta, insieme a Simonian agiscono altri quattro sudamericani. Uno dei più noti è Jorge Cyterszpiler, agente di Diego Armando Maradona nei primi anni ’80 ed ex collaboratore del già presidente argentino Carlos Meném. Ci sono poi Eugenio Lopez, Hernan Berman e Jorge Prat-Gay, fratello dell’attuale ministro dell’Economia di Buenos Aires, Alfonso Prat-Gay.
Impossibile sapere chi c’è dietro le società offshore, quelle dove finiscono buona parte dei soldi pagati dalle squadre o dagli sponsor: i Paesi in questione garantiscono infatti la massima riservatezza su soci e amministratori delle imprese. Un indizio emerge però dalle email ritrovate nell’immensa banca dati di Football Leaks. Riferendosi alla Paros Consulting Ltd, registrata alle BVI, il socio di Alhec, Carlos Rivera, la definisce «la mia impresa».
I club italiani sapevano che i soldi versati alle sigle olandesi finivano poi lontani dal Fisco? A questa, come alle altre domande rivolte dall’Espresso, solo Roma e Inter hanno risposto.
Dai documenti di Football Leaks il nome della società giallorossa emerge infatti in due di questi casi: quello di Leandro Paredes e di Erik Lamela. Per entrambe le compravendite, il club italiano ha pagato delle società olandesi che hanno poi girato parte del ricavato ad altre imprese, una basata alle BVI e l’altra in Uruguay. «Gli eventuali successivi trasferimenti di denaro effettuati dalle società nostre controparti ad altre società non sono a noi noti e riteniamo non debbano essere neanche di nostro interesse», ci ha fatto sapere la società presieduta da James Pallotta.
(L’Espresso – V. Malagutti/S. Vergine)
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