«Sono solo Francesca, tifosa della Roma e attivista del Movimento 5 Stelle dal …». Il cognome è De Vito, ed è la prima volta che la sorella del presidente dell’Assemblea capitolina parla in un’intervista. Sciarpa giallorossa e bandiera pentastellata al collo, è alla manifestazione per chiedere al Comune di ritirare la delibera sullo stadio e presentarne una seconda con le correzioni necessarie.
È la seconda volta in una settimana che i pentastellati scendono in piazza.
«Ma quella era di sostegno, questa è più critica. Qui c’è la base non ascoltata del Movimento».
Su stadio e relativa delibera hanno parlato in tanti: Grillo ha scritto che i parlamentari non devono di intervenire su Roma: poco prima ne aveva scritto Roberta Lombardi.
«Lei non è donna di compromesso: è stata la prima a metterci la faccia e oggi dimostra lo stesso coraggio che ebbe nell’affrontare Marra. È sbagliato dire che non possa parlare, e poi non è stata l’unica a intervenire: altri parlamentari hanno trattato il tema stadio ma nessuno li ha richiamati all’ordine. La risposta di Grillo ha un elemento che preoccupa la base».
Ovvero?
«Scrive di parlamentari e di eletti: ma non erano tutti portavoce? Questa è la deriva del Movimento che voleva porre al vertice i cittadini e invece vive un verticismo. Proponevamo una rivoluzione culturale ma in tre anni forse è già cambiato tutto».
Lei non vuole parlare da sorella di De Vito, ma dal dossier contro Marcello è nata la candidatura Raggi. È il peccato originale del M5s romano?
«Al di là di quanto è accaduto, la base ha scelto Virginia come sindaco ma ora lei deve comportarsi come tale. Dovevamo decidere tutto assieme, anche la giunta, ma così non è stato. Anche le assunzioni, a cominciare dallo stipulatore compulsivo Romeo: a sbagliare in due magari ci si difendeva meglio».
Per Grillo «Roma non è messa così male, bisogna cambiar la percezione».
«È la sindaca che deve cambiare questa percezione, scendendo di più in strada. Roma ha votato una svolta, grandi passi non se ne sono visti se la prima scelta è stata Marra».
Cosa chiede la base a Grillo e alla sindaca?
«Si fidino di più di noi. Sullo stadio il tavolo Urbanistica ha detto sì all’impianto ma con le cubature corrette. La delibera approvata in epoca Marino prevede il doppio di quelle giuste. Noi vorremmo che questo tavolo, con attivisti non pagati che lavorano per passione al contrario di quanto accade in altri partiti che si sono persi, trovasse ascolto. I portavoce, tutti i portavoce, sindaca inclusa, devono ascoltarci. Ci vogliono coraggio e coerenza nella vita: è inutile parlare di trasparenza se poi non si ha la forza di uscire allo scoperto».
(La Repubblica – G. Isman)
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