AS ROMA NEWS FRIEDKIN CONFERENCE LEAGUE – Mourinho chiama. Ora tocca ai Friedkin rispondere. Non che la proprietà Usa non l’abbia già fatto. Ìn queste ore di gioia, non va dimenticato infatti il lavoro silente di Dan e Ryan. Padre e figlio, hanno impiegato poco meno di due anni (il 6 agosto del 2020 andò in scena la firma sul preliminare d’acquisto con il Gruppo Pallotta) per stravolgere la Roma, scrive Il Messaggero.
Regalandole nuovamente un sentimento comune, abbattendo gli steccati, eliminando le fazioni, consentendo ad un popolo – con una politica dei prezzi al ribasso – di tornare a riappropriarsi di una passione. Il resto è poi arrivato con la rottura di un incantesimo che voleva il club a secco di vittorie da 14 anni. Poche parole ma un titulo, per dirla alla José. Quello della ripartenza, della speranza in un futuro sempre più coinvolgente e radioso. Proprio quello che si aspetta José che ieri, in modo edulcorato ma deciso, ha lasciato intendere di voler capire quali saranno i prossimi programmi societari.
La definisce la «dimensione della prossima stagione». Ma è chiaro che il riferimento è al mercato. I piani finanziari legati al club sono invece chiari da tempo. Primo obiettivo: lancio dell’Opa (per il quale la Consob nei giorni scorsi ha chiesto maggiori delucidazioni) e delisting, ossia uscita dalla Borsa. Un modo per allentare in qualche modo la morsa della Uefa, pronta – come ha già annunciato il presidente Ceferin – ad imporre nuovi paletti che potrebbero «mettere in difficoltà alcuni club italiani». L’intenzione, quindi, è avere più margine operativo.
Perché l’investimento totale sulla Roma si aggira ormai sui 550 milioni: 199 per l’acquisto del club ai quali sono seguiti una quindicina di versamenti, dall’agosto 2020 sino a quelli di pochi giorni fa, pari a 350 milioni. Il tutto in meno di due anni. Senza contare che a questi, vanno sommati anche i 100 milioni stanziati per il primo mercato di Mourinho la scorsa estate. Ora José chiede uno sforzo in più. Che sembra sposarsi con quanto dichiarato da Dan Friedkin alla vigilia del trionfo di Tirana: «Il club crescerà ancora, siamo convinti che arriverà al top».
L’obiettivo è rafforzare la squadra senza perdere di obiettivo i conti, che debbono essere sistemati nel medio termine. Tradotto: sarà il primo anno, dove oltre alle entrate non bisognerà perdere di vista le uscite. Ma se Mourinho, in un momento di gioia, pur con le dovute accortezze ritiene di doverlo precisare, sta a significare che alcune dinamiche vanno ancora definite. In primis sulla permanenza di alcuni calciatori ritenuti fondamentali dall’allenatore: Mkhitaryan, Cristante e Zaniolo. Andiamo con ordine. L’armeno a breve si svincolerà.
La Roma gli ha proposto un nuovo contratto annuale (con opzione per il secondo che scatta dopo un numero esiguo di gare) a 3,5 milioni più bonus. Micky ha in mano una proposta biennale dell’Intera cifre che con i benefits sono più alte e ha preso tempo. Discorso simile per Cristante: il centrocampista è stato sondato da Milan, Siviglia e Juventus ma aspetta il rilancio giallorosso. Vuole guadagnare quanto Mancini (3,5 milioni). Con l’agente di Bryan sarà l’occasione per tornare a parlare di Frattesi. Trattativa non semplice (ha proposte dall’Inter e dalla Premier) nonostante a Trigoria detengano il 30% sulla futura rivendita.
C’è poi Zaniolo. La vicenda è nota. Bisogna capire se il gol di Tirana può cambiare una storia che, prima di mercoledì, aveva preso una china lontana da Roma. Poi ci sarà il tempo di pensare agli acquisti: un esterno tra Dalot e Christensen, un centrale difensivo come Senesi, un regista alla Douglas Luiz e un’ala che abbia feeling con la porta avversaria: Guedes il preferito. Se è vero, come ricordato da Mou, «la Roma non prenderà Mbappé>, per la scalata alla Champions servono almeno 4-5 innesti.
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