Edin Dzeko

(Leggo – F. Balzani) Non chiamatelo più Re Edin, il misericordioso. Ora Dzeko, oltre a continuare a segnare vagonate di gol, è diventato pure cattivo. In campo ovviamente. La dimostrazione di un cambiamento, già intravisto contro le piccole a inizio stagione, è arrivata a San Siro dove il bosniaco si è preso la Roma sulle spalle e ha scaraventato le speranze del Milan alle spalle di Donnarumma.

Un gol pesante, quelli che Dzeko difficilmente riusciva a segnare nei suoi primi due anni romani. Quei gol che fanno la differenza in un campionato. Insomma un gol alla Higuain o (volendo forse esagerare) alla Batistuta. Edin non ha esaurito la dose di rabbia e dopo qualche minuto ha recuperato un pallone destinato sul fondo e permesso alla coppia Nainggolan-Florenzi di chiudere la 5ª vittoria di fila.

In tutti questi match c’è il marchio di Dzeko che mai aveva iniziato così una stagione: 8 gol in 8 partite e una media di una rete ogni 61 minuti contando anche i due messi a segno con la nazionale. Numeri boom che hanno permesso al bosniaco di diventare il miglior attaccante europeo (nei 5 top campionati: Liga, Premier, Bundesliga, Ligue 1 e serie A) nel rapporto gol/minuti, tra quelli che non hanno tirato un rigore. Meglio di lui come media in Europa ci sono solo Messi (11 gol, 1 ogni 57 minuti), Dybala (10 gol, 1 ogni 55) e Falcao (12 gol, 1 ogni 55). Tutti e 3 però, hanno tirato almeno un penalty, chance che Dzeko non ha ancora avuto pure perché nella Roma il rigorista è Perotti. L’ultima volta in cui l’ex attaccante del City è rimasto a secco risale al 30 aprile, giorno del derby perso per 1-3 dai giallorossi. Con Di Francesco, quindi, non solo Edin ha continuato a segnare come con Spalletti (nonostante le perplessità emerse dopo lo 0-0 con l’Atletico da parte dell’attaccante), ma ha tirato fuori la faccia cattiva. Quella che spesso, anche pubblicamente, l’attuale tecnico interista gli rimproverava di non avere: «Se su 5 occasioni ne segna solo 2 vuol dire che pecca di cattiveria».

Chissà se dirà le stesse cose a Icardi, finora a segno solo tre volte su azione e dietro a Dzeko nella classifica cannonieri che il bosniaco vuole vincere a tutti i costi per la seconda volta di fila. L’ultimo a riuscirci, in maglia giallorossa, fu Pruzzo tra il 1980 e il 1982. Proprio il Bomber qualche giorno fa gli aveva chiesto «di essere decisivo nei big match». Accontentato.



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