Luciano Spalletti, allenatore della Roma

Resta solo il sogno del campionato alla Roma. Un sogno complicato, difficile, per qualcuno anche utopistico. Di certo, però, c’è che da ieri il futuro di Luciano Spalletti è ancora un po’ più lontano di prima dalla Roma. «Io non ho messo il mio destino nelle mani di nessuno, ce l’ho in mano solo io perché è mio – dice alla fine Spalletti –. Nel peggiore dei casi, l’ho messo in mano ai miei calciatori. Se si pensa che dobbiamo vincere perché siamo forti, poi bisogna prendersi le proprie responsabilità. Ma ora c’è un altro traguardo, le partite di campionato che mancano e la straordinaria posizione di classifica in cui ci troviamo. Lo scorso anno quando sono arrivato eravamo a -12 dal Napoli, adesso siamo con loro a cercare di ridurre la distanza dalla Juve. Il mio futuro? Non è il momento di parlarne». Già, anche se poi è una delle chiavi per il finale di stagione. «Sono stato al gioco che siamo fortissimi – continua il tecnico –, quindi se non vinciamo, qualcosa deve succedere. Con il Lione si poteva andare avanti e anche con la Lazio non abbiamo avuto la personalità che dovevamo avere negli episodi chiave. Perché è successo? Evidentemente anche io ho delle responsabilità». E un po’ come col Lione, la vittoria lascia l’amaro in bocca: «La qualificazione l’abbiamo persa all’andata, quando abbiamo preso il 2° gol. Diciamo che l’equilibrio e la testa sono mancati nei momenti chiave».

(Gazzetta dello Sport)



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