Patrick Cutrone e Federico Fazio

(Il Tempo – T. Carmellini) Di Francesco cambia, ma perde di nuovo: lui la testa e la faccia, la Roma la partita, treno Champions e molto altro. Dopo il ko in Ucraina i giallorossi rimediano un’altra sonora sconfitta, stavolta in campionato dal modesto ma comunque concreto Milan di Gattuso che non fa altro che aspettare: e poi colpire una squadra spenta, che continua a giocare senza tirare in porta e a fare una fatica enorme nel fare anche le cose più scontate. E meno male che c’è Alisson (ancora una volta il migliore in campo dei suoi) altrimenti finiva in goleada. Una Roma a tratti imbarazzante che rimedia la quinta sconfitta casalinga in campionato a un ko dalla peggiore stagione dal dopoguerra ad oggi (solo una volta ne aveva subite 6). Bel record per Di Francesco che è l’artefice di quanto visto ieri sera all’Olimpico: perché il pesce puzza dalla testa… sempre. Forse su di lui si era fatto il passo più lungo della gamba, perché ieri è sembrato proprio in confusione: unica cosa giusta della serata il cambio di Nainggolan che forse però non avrebbe dovuto nemmeno giocarla se stava così. Addio Champions, addio sogni di gloria, perché questa sconfitta vale due posti in classifica e d’un tratto la Roma si ritrova quinta in classifica, fuori dai posti per l’Europa che conta. Insomma fuori da tutto, se non aggrappata a quel ritorno degli ottavi di Champions che la sconfitta in Ucraina però fanno apparire come l’ennesimo spauracchio (se poi la squadra è questa inutile giocarla). Di Francesco cambia modulo e manda in bambola i suoi.

Poi mette Schick per Dzeko, Pellegrini per De Rossi e Peres per Florenzi, ma senza i tre «veterani» non sembra andar meglio: anzi, va esattamente allo stesso modo se non peggio. Perché manca tanta roba, troppa. Reparti scollati, Nainggolan che esce tra i fischi con l’ennesimo, meritatissimo, quattro in pagella, peggiore in campo a palette: forse anche a lui sarebbe il caso di dare un po’ di respiro (ammesso che sia quello di cui ha bisogno e non di smetterla con le serate). L’opinione non cambia: puoi fare tutto nella tua vita se poi in campo fai il tuo dovere, altrimenti ti esponi alle critiche: giuste e legittime di chi paga il biglietto per venire allo stadio a tifare. Ieri la Roma è riuscita nell’ardua impresa di far sembrare il Milan una squadra e quella coppia di pippe difensiva Bonucci-Romagnoli, un binomio di fenomeni. E basta anche con le teorie sulla sfortuna perché alla Roma non ne va mai dritta una, perché gli dice sempre male e mai un rimpallo, e mai una cosa che gira dritta e mai qui e mai là… Ma basta! Basta con gli alibi, questa squadra deve farei conti con se stessa e prendere coscienza del fatto che è tutt’altro che una banda di fenomeni. E da qui in avanti si ritroverà a combattere con squadre che hanno molta più voglia e «palle» di lei a combattere per un posto in Europa League, altro che Champions. Perché sabato Di Francesco & Co. vanno a Napoli e quelle davanti prenderanno il largo. Banale ma inevitabile.



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