Alessandro Gassmann

AS ROMA NEWS MOURINHO GASSMANN “Mourinho è il prof migliore che ci sia nel calcio“. Alessandro Gassmann, romano e romanista, sta collezionando ascolti record su Rai 1 con la seconda stagione della serie prodotta da Banijay Studios Italy Un professore (“Martedì ho anche stracciato la Lazio in Coppa Italia, almeno io il derby l’ho vinto…”) e ora fa numeri monstre pure su Netflix che ha messo online la prima.

Queste le sue parole a La Gazzetta dello Sport: “Dante Balestra, il personaggio che interpreto nella serie, è un po’ il Mourinho della filosofia. Sono due uomini straordinariamente empatici: senza il carisma e la mentalità di Mou dubito che sarebbero arrivati certi risultati. Anche quando perdiamo lui esce sempre a testa alta, dicendo cose che nessun altro allenatore saprebbe dire: lo considero un joker straordinario, con una simpatia incredibile. José e Dante sono due grandissimi comunicatori”.

Che si espongono molto…
“Come il mio prof anche Mourinho a volte sbaglia, perché prima di parlare non pensa tre volte, ma segue un impulso. La presa di posizione contro gli arbitri ad esempio per me è sempre sbagliata, io ho fiducia nei direttori di gara anche se a volte te ne capitano di davvero scarsi come nella finale di Budapest. Tornando a Mou, qualcuno dice che calcoli tutto, per me no, va spesso d’istinto, anche se sa bene quanto pesino le sue parole nel calcio e peri tifosi. È uno che improvvisa con grandissima intelligenza e spero davvero che rinnovi presto il contratto e possa restare a lungo”.

Il carisma di Mou è quello che fa essere la Roma la squadra che ha segnato di più negli ultimi 15 minuti? 
“Lui è un grande motivatore e chiunque, anche chi entra dalla panchina, dà il massimo. Prendete El Shaarawy, un giocatore che amo moltissimo e che Mourinho sta gestendo al meglio: lo Special One gli ha dato convinzione e lui risponde facendosi trovare sempre pronto e contribuendo a ottenere risultati importantissimi”.

Se Mou è il prof, chi è il migliore della classe? 
“Lukaku. Mi piace moltissimo. È il giocatore perfetto per questa Roma. Mi sarebbe piaciuto vederlo in campo con Abraham”.

 E l’allievo che ha bisogno di una mano in questo momento?
“Ne dico due. Il primo è Smalling, per me il più forte difensore del campionato. Il suo infortunio è un problema grave per noi, avremmo di certo preso meno gol. Spero che la mezza strigliata che gli ha dato Mou in conferenza lo convinca a stringere i denti. Anche perché Llorente con i suoi passaggi lenti a volte mi spaventa… Il secondo è Zalewski, che non sta più facendo quel lavoro eccezionale che lo ha reso famoso. Deve essere un po’ più concentrato e un filo più umile”.

Chi manderebbe dietro la lavagna?
“Tendo a non parlare male dei miei giocatori, ma mi piacerebbe avere un portiere un po’ più veloce a rimettere in gioco la palla, Rui Patricio mi snerva! Non ha i tempi e anche se ultimamente ha fatto qualche bella parata non è Alisson…”.

Del preside/presidente Friedkin che idea ha?
“I Friedkin sono silenziosi e efficienti. Gestire una squadra come la Roma in una piazza esigente come questa non dev’essere facile, né tantomeno vincere. Credo che dopo la Conference Dan e Ryan vogliano continuare a farlo e noi ce lo meriteremmo, vista la passione che ci mettiamo. Hanno preso Dybala, Lukaku, insomma, mi pare che un po’ ci tengano. E poi Mourinho… Quella è stata una mossa bellissima, anche per come l’hanno confezionata. Vuoi mettere Mou con la tristezza di questi allenatori tipo Sarri! Sarri è di un’antipatia… cupo, brutto, non ha mai una parola gentile per nessuno. Un sorriso a volte serve, ci ricorda che è un gioco e Mourinho questo lo fa, si diverte. E alla gente piace”.

Come finisce la stagione di questa classe giallorossa?
“Possiamo puntare alla Champions, ma dobbiamo migliorare ancora, sperando in qualche rientro importante come quello di Smalling, appunto. Quanto all’Europa League, sappiamo che nelle coppe le squadre dello Special One si esprimono al meglio, ma se dovessi scegliere tra un’altra finale e la qualificazione in Champions sceglierei la seconda. Mi manca un po’ quella musichetta”.

Nostalgia anche del calcio di un tempo?
“Tantissima. A partire dall’Olimpico senza copertura, quant’era bello, sembrava il Colosseo… lo poi sono uno di quelli che fece invasione allo scudetto dell’83, avevo 18 anni. Ero con un mio amico olandese che per mezzo metro non riuscì a strappare i calzoncini a Pruzzo”.

Lo scudetto? 
Innanzitutto spero non lo vinca la Juve, questo perché ho ancora negli occhi il latrocinio di Turone. Scherzi a parte, penso se lo giochino l’Inter e i bianconeri, mi sembrano superiori alle altre”.



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