Avere due allenatori, uno in campo e un altro in panchina, non è mica cosa da tutti i giorni. Il brasiliano Gerson in questo è fortunato: da una parte ha Spalletti che lo guida insieme al suo staff, dall’altra ha Totti che gli insegna i trucchi del mestiere. Mercoledì notte: i romanisti vedono nel primo tempo la Roma base contro il Montreal Impact, nel secondo tempo il capitano che guida i ragazzini e quelli meno impiegati. Gerson gioca «più basso», dice Spalletti, e in un paio di occasioni passa la palla lateralmente o al compagno più vicino. Totti lo guarda, fa con lui un uno-due al limite dell’area, e poi gli mostra come verticalizzare subito l’azione e liberare il compagno. Gerson fa segno di sì con la testa e poi, alla prima buona occasione, replica la giocata. Semplice, chiaro, efficace: piccoli segnali di crescita.
AL LAVORO – Ne dovrà fare parecchi altri, questo brasiliano di 19 anni, costato tra cartellino, bonus e commissioni 18 milioni. Sabatini crede tantissimo in lui e la tecnica è di quelle sopraffine. Anche il fisico non è male, il ragazzo si farà anche se non ha le spalle strette, quello che gli manca è l’addestramento tattico. Non ce l’ha né nel Dna, come tutti i brasiliani, né nel curriculum, e questo per Spalletti non è un dettaglio. Fosse andato a Frosinone a gennaio forse avrebbe preso più confidenza col calcio europeo, ma ormai il passato è passato e allora testa bassa, pedalare e ascoltare. «A Montreal – ha detto il tecnico – l’ho fatto giocare più basso perché volevo provare Ricci nella sua posizione. Nella prima parte del secondo tempo ha fatto bene da trequartista. Quella è la sua zona, lo libera da diagonali, è più a casa sua. Si è impegnato e ha fatto vedere fisicità».
PALLOTTA SICURO – A Spalletti non piacciono i trequartisti tutta fantasia, lui vuole quelli che sappiano «saltare addosso all’avversario» e in questo senso Nainggolan «che si butta in mezzo» è il suo profilo ideale. Gerson dovrà mettere su chili e corsa, e il processo sembra appena all’inizio. Intanto, durante gli allenamenti a Boston si è messo in mostra davanti al presidente Pallotta, rimasto colpito da un suo tiro di potenza sotto l’incrocio in partitella: «Ha solo 19 anni ma promette bene», ha garantito il presidente. Fiducioso lui, fiduciosi tutti, anche se per conquistare un posto a centrocampo Gerson dovrà darsi da fare. I compagni lo hanno trovato «cresciuto e migliorato» rispetto a gennaio, Florenzi lo ha detto senza tanti giri di parole. Avere dietro uno come Spalletti e accanto uno come Totti, però, potrà aiutarlo. Dal Canada all’Italia, basta solo imparare.
(Gazzetta dello Sport – C. Zucchelli)
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