La giunta di Virginia Raggi è quasi fatta, con un’altra donna pronta a salire a bordo, ma resta l’incognita dell’assessore che dovrà occuparsi del delicato tema dei conti capitolini. E i Cinque stelle intanto si spaccano sul no al nuovo stadio della Roma a Tor di Valle, bocciato dall’assessore all’Urbanistica in pectore, Paolo Berdini. In attesa del 7 luglio, quando la squadra di governo pentastellata sarà presentata ufficialmente nella prima seduta del consiglio comunale, il neo sindaco è al lavoro per completare le ultime tessere del mosaico. In giunta dovrebbe entrare Flavia Marzano, presidente dell’Associazione stati generali dell’innovazione, che potrebbe diventare assessore alla Roma semplice. La sua mission sarà aquella di trasformare la Capitale in una città «digitalizzata e informatizzata, nella quale i cittadini possano partecipare attivamente alle scelte politiche». Marzano, laureata in Scienze dell’informazione all’università di Pisa, è docente all’università La Sapienza e alla Link Campus University.
I DUBBI – Resta da assegnare il ruolo di assessore al Bilancio, che avrà il delicato compito di far quadrare i conti in una situazione di risorse sempre più scarse, con un piano di rientro ancora da completare. Ieri si è registrata la nuova, secca smentita del dirigente della Consob Marcello Minenna, già collaboratore della segreteria tecnica dell’ex commissario straordinario Francesco Paolo Tronca, più volte accostato alla giunta Raggi. «Sono sempre stato e intendo restare un uomo delle istituzioni indipendenti e autonome da ogni connotazione politica – sottolinea Minenna – Rammento che la mia esperienza in Campidoglio si è svolta a fianco di un prefetto e di un magistrato». Ancora non definita neppure la poltrona di vice sindaco. In quel ruolo potrebbe essere spostato Enrico Stefano, già consigliere capitolino nella passata consiliatura e riconfermato in aula Giulio Cesare. Ma alla fine la Raggi potrebbe anche optare per una donna, creando un inedito tandem rosa al vertice dell’amministrazione comunale. Tra i papabili ci sono le donne già individuate dal sindaco per entrare in giunta – Paola Muraro all’Ambiente e Chiara Pronello alla Mobilità, mentre Francesca Danese è in lizza per le Politiche sociali – ma non è esclusa un’ulteriore sorpresa. Finora sono stati annunciati, oltre a Berdini, anche Luca Bergamo alla Cultura e Andrea Lo Cicero (in bilico per qualche uscita stonata) allo Sport.
L’IMPIANTO – Ma la giornata di ieri ha fatto registrare le prime fibrillazioni interne al M5s. Tema: il nuovo stadio che Pallotta vorrebbe costruire a Tor di Valle, insieme a tre grattacieli tutti destinati a opere private, il cosiddetto «Ecomostro», come lo hanno ribattezzato le principali organizzazioni ambientaliste del Paese. Il progetto è stato bocciato duramente da Paolo Berdini, in linea peraltro con l’Istituto nazionale di Urbanistica. L’assessore in pectore della giunta Raggi, due giorni fa a Radio Radicale, aveva parlato «di uno scempio», dicendosi «contrario». «Rispetterò le leggi, ma userò ogni mezzo consentito per impedire questo scempio e per tutelare gli interessi della città», il pensiero dell’urbanista. Alcuni esponenti grillini non hanno gradito una presa di posizione così marcata e all’Ansa hanno riformulato la posizione dei Cinquestelle: il progetto, in sostanza, può essere «un’opportunità di crescita, ma a patto che rispetti i principi di legge». Principi di fronte ai quali «il M5S non transige». Insomma, nessuna cambiale in bianco al manager di Boston e al costruttore Luca Parnasi, ma «è prematuro esprimere ora una valutazione». «Berdini si è espresso analizzando il piano della progettistica e ha dato solo un parere da tecnico», ragionavano ieri dal M5s. E l’interessato ha precisato: «Le mie parole sono state travisate. Scempio è pensare di poter edificare su Roma senza alcuna logica urbanistica. Non c’è pregiudizio nei confronti dello stadio, ma sarà mio dovere approfondire ogni singolo aspetto del progetto con il sindaco, nel rispetto della città e dei romani».
(Il Messaggero – L. De Cicco/F. Rossi)
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