C’è, anche, un conflitto fra sovrintendenze nella partita sullo stadio a Tor di Valle: ieri tornato al centro della protesta organizzata dalla base cinquestelle e oggi oggetto dell’incontro decisivo fra i proponenti del progetto e la giunta Raggi, al quale a sorpresa potrebbe partecipare pure Beppe Grillo. Perché se la settimana scorsa il massimo organismo statale che presiede alla tutela dei beni archeologici di Roma ha avviato l’iter per apporre il vincolo sull’ippodromo disegnato da Lafuente, un mese fa la Sovrintendenza capitolina diretta da Claudio Parisi Presicce era arrivata alla conclusione opposta.
Nella breve relazione inviata il 29 gennaio al dipartimento Urbanistica, allora guidato dall’assessore Paolo Berdini, si legge: «In relazione alla vostra richiesta di specifico parere relativo al progetto definitivo Stadio della Roma, questa Sovrintendenza capitolina, nel far presente di essere stata convocata solamente nella fase finale della valutazione tecnica (…), esprime per quanto di competenza parere favorevole al progetto definitivo, con la prescrizione di valorizzare, anche parzialmente, e mediante riproposizione in luogo adiacente, le tribune dell’ippodromo di Tor di Valle (…) in maniera da renderle funzionale ad attività di carattere sportivo, ricreativo, culturale, collaterali al nuovo progetto». Dunque, per l’organismo di tutela comunale l’impianto si può fare, addirittura smontando le tribune per la corsa dei cavalli e sistemandole altrove.
Un conflitto che ora potrebbe spingere tutte le parti in causa a un supplemento d’indagine. Nei tempi e nei modi che saranno discussi oggi nel previsto vertice in Campidoglio. Ai cui piedi invece ieri si sono dati appuntamento gli attivisti 5S contrari allo stadio, per consegnare alla sindaca Raggi, che però non ha voluto riceverli, una contro-delibera di annullamento del progetto. «Se sentiamo scollamento con gli eletti? Si sono scollati da soli se uno si arrocca… », ha attaccato Francesco Sanvitto, il portavoce del tavolo Urbanistica che guida la rivolta. «Fin quando hanno fatto opposizione i tavoli di lavoro erano utili », spiega, «ora che sono diventati governo invece di usare i loro strumenti di persone particolarmente informate e capaci si sono circondati di mercenari opportunisti che non fanno parte del Mo- vimento e che per di più sono anche ignoranti». È un fiume in piena, Sanvitto: «Se chiediamo un incontro con Grillo? No, e chi è Grillo? Grillo quando va in una città che non conosce sarebbe interessante che si domandasse se esiste una base preparata e se esistono dei tavoli tecnici. E invece siamo stati circondati da peracottari poco tecnici che non fanno neanche parte del Movimento e siamo in queste condizioni. Grillo ci dica per esempio chi è l’avvocato Lanzalone, che è un avvocato che si occupa di diritto societario e fa parte di consigli di amministrazione di banche e va a trattare chissà cosa con il proprietario della società che deve fare lo stadio che per l’80 per cento è una banca». Parole che non sembrano scalfire il leader. «Gli attivisti? Non so cosa siano. Chiamiamoli cittadini. Sono a favore o a sfavore di una cosa che non conoscono. Ma poi saranno soddisfatti, glielo dico io», garantisce Grillo a sera. La telenovela continua.
(La Repubblica – G. Vitale)
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