Stephan El Shaarawy

AS ROMA NEWS MONZA – È il rumore degli ortopedici, più che quello dei nemici, a elettrizzare José Mourinho in questo delicato momento della stagione. Perché ha una Roma rabberciata, impoverita dalle assenze e il punto contro un Monza in salute, che arrivava da tre vittorie consecutive, tiene il portoghese soltanto nel gruppo da quinto a settimo posto, scrive La Gazzetta dello Sport.

Evitato il sorpasso dell’Atalanta e ringraziata la Cremonese che ha fermato il Milan, la Roma avrà però bisogno d’altro, di giocatori più sani, per uscire indenne dal doppio scontro con Inter e Leverkusen in una settimana. Il Monza ha binari conosciuti ed efficaci per far filare il gioco, e i romanisti riescono a togliere queste sicurezze dei padroni di casa, ma non vanno oltre, facendosi riprendere già nel primo tempo quando invece potevano raddoppiare.

Mou, che poi se la prende con l’arbitro, carica tutti con lo spirito di squadra, ha portato in trasferta tutta la rosa, ma sono troppi quelli che hanno viaggiato soltanto “per fare gruppo”. Smalling, Karsdorp, Belotti, Llorente, Dybala, Wijnaldum sono in panchina anche se non possono entrare, incitano i compagni. E metteteci anche Matic (squalificato) e Kumbulla (non può viaggiare) per avere il quadro delle assenze.

Ma la forza di spogliatoio viene interpretata subito in campo perché la Roma è ben collegata e c’è un continuo aiuto reciproco. Mette in mostra una pressione avanzata che blocca il Monza, impedisce le partenze dal basso e raramente possono venire innescati gli esterni di Palladino, tecnico al quale la società ha offerto la riconferma dopo la salvezza ottenuta, senza ancora avere risposta.

Tolto l’infortunato Petagna, il Monza è quello tipo, ma il consueto 3-4-2-1 non riesce a sciogliersi se non proprio in avvio con una chance per Mota Carvalho dopo 41 secondi. Il gran rimescolio di Mourinho porta Cristante in mezzo alla difesa, Pellegrini in mediana al suo posto, mentre davanti El Shaarawy e Solbakken scortano da vicino Abraham, spesso allineati e non sulla trequarti. La Roma avanza il baricentro, viene fermata fallosamente sulla trequarti e dalle punizioni in quella zona nascono i pericoli con le deviazioni di testa anche dei difensori.

L’esempio massimo della Roma che prende alla gola i padroni di casa è il gol di El Shaarawy, il suo quinto in campionato, perché viene generato da un errore del portiere Di Gregorio sul pressing di Abraham. Il Faraone deve tirare due volte ma dopo la respinta di Marì sulla linea è il più lesto a ribadire in rete. Ma se le punizioni laterali diventano un’arma affilata per Mourinho, è un calcio piazzato sempre da trequarti a mettere in evidenza un errore di linea nella difesa giallorossa: come sabato contro il Milan, c’è un uomo libero in fondo al mucchio di gente che salta.

Contro i rossoneri aveva segnato Saelemaekers, qui invece è Caldirola a buttare in porta una lunga punizione di Rovella. Ma alla Roma manca l’ultima pedina che possa ostacolare il difensore, dato che Abraham si porta sul penultimo uomo. Vale il discorso delle recenti uscite, la contraerea senza Smalling funziona male.

Palladino ha recepito il pericolo sui lati e nella ripresa toglie subito il trequartista Colpani per Birindelli, con Ciurria mandato in avanti. Ma a parte uno sfondamento di Carlos Augusto, il Monza aumenta il possesso ma non le scorribande in area. Mourinho rimette Pellegrini più vicino alla porta togliendo il freddo Solbakken per Camara e prova a dare più pepe in fascia con Spinazzola. Ma quando va k.o. anche El Shaarawy, chiama Volpato, però la partita ha perso slancio: il livello, già non eccelso, cala, nonostante le chance di Ibanez e Carlos Augusto nel recupero, più il rosso a Celik. La Roma non vince da tre gare, ma il pari è giusto.



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