Patrik Schick

(Leggo – F. Balzani) Nel pozzo di San Patrizio, secondo una leggenda irlandese, si trovano ricchezze, la remissione dei peccati e anche l’accesso per il Paradiso. Chissà che a 10 giorni esatti dai festeggiamenti per il suo onomastico Patrik Schick non abbia trovato davvero la giusta via per uscire dalla crisi. Ieri, infatti, l’attaccante più costoso della storia della Roma (42 milioni totali entro il 2020 tra prestito e riscatto) è tornato ad esultare a tre mesi dal suo ultimo (e unico) gol stagionale. Lo ha fatto lontano da Roma e dall’Italia ovvero nell’amichevole tra la Repubblica Ceca e la Cina di Lippi. Schick è entrato ad inizio ripresa e ha cambiato la partita fin lì bloccata su un sorprendente 1-1. Al 59′ ha siglato il gol del 2-1 ribadendo in porta una corta respinta del portiere cinese. Al 62′ da una sua conclusione è nato il 3-1 di Krmencik e a dieci dalla fine è entrato pure nel 4-1 finale siglato da Kadarabek. La rete in nazionale mancava addirittura dal 27 maggio 2016 quando entrò nel tabellino marcatori contro Malta.

Segnali dal pianeta Schick, quindi, ce ne sono. «Non voglio però sopravvalutare questa rete in amichevole, o parlarne troppo, devo ancora crescere tanto. Ma anche se tornerò a Roma dopo un viaggio di dodici ore mi piacerebbe giocare, come tutti, o comunque essere candidato a una maglia», ha dichiarato il ceco mentre si stava imbarcando direzione Fiumicino. Si propone per un posto da titolare Patrik che fin qui di gare dal primo minuto in campionato ne ha giocate appena cinque. Tutte sotto la sufficienza, tutte senza acuti (la sua unica rete è arrivata in coppa Italia contro il Torino). Un flop finora che però non mette in dubbio il futuro del ceco in giallorosso. Non è ancora lo Shick visto un anno fa con la Sampdoria che ha convinto la Roma a sborsare una cifra da record, ma qualche piccolo passo verso la risalita c’è e lo ha rimarcato pure Di Francesco. «Mi sono piaciute le sue dichiarazioni. La pressione è tanta, deve meritare di essere da Roma». Domani l’attaccante sarà abile e arruolato per l’allenamento a Trigoria, magari cercando di convincere Di Francesco a schierarlo insieme a Dzeko a Bologna e non al posto del bosniaco. «Mi piace giocare in un attacco a due, si adatta alle mie caratteristiche» ha ribadito.



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