(Il Messaggero – S. Carina) Che fosse arrabbiato lo si è capito subito. Perché Di Francesco, difficilmente si lascia andare. Sabato sera invece non ha salvato nessuno. Lui in primis, imputandosi delle responsabilità per il ko. Ma poi ne ha avute anche per il gruppo, prendendo spunto da una domanda sulla mentalità: «Questa si allena durante la settimana. Si vince partendo dagli allenamenti, lavorando costantemente e non in maniera alternata. L’evoluzione della squadra nasce dalla determinazione che si ha, per questo durante la rifinitura mi sono arrabbiato con alcuni ragazzi». Un j’accuse diretto, senza fronzoli. Se sia stato voluto o meno, lo capiremo oggi in conferenza stampa quando è inevitabile che il tecnico tornerà sull’argomento. L’altra sera il riferimento di Eusebio era agli attaccanti, rei secondo l’allenatore di non mostrare quella cattiveria necessaria per fare gol, nemmeno in allenamento.
Tuttavia il discorso di Di Francesco è più generale. Non è la prima volta infatti che l’allenatore si concentra sul modo di lavorare, sull’attenzione ai particolari che a volte nel gruppo sembrano venir meno. Era già accaduto dopo la settimana di sosta del campionato a gennaio: «Questi sette giorni di stop hanno creato dei problemi, non c’è stata l’attenzione di tutti». Ma non solo. Anche dopo Juventus-Roma, a chi gli chiedeva del gap con i bianconeri, tra le righe aveva lanciato un altro avviso ai naviganti: «Vincere significa anche imparare un po’ dagli altri, avere la determinazione, la cattiveria agonistica, la voglia di migliorarsi che noi non sempre dimostriamo di avere».
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