(Gazzetta dello Sport) Ai primi di giugno dello scorso anno la maggior parte delle lacrime erano state versate, la santificazione già avvenuta e il suo addio al calcio, ormai, diventato una pietra miliare dell’«entertainment» emozional-sportivo nel mondo. Eppure, quando una mattina Francesco Totti si affacciò alla porta di casa e in modo apparentemente distratto disse a Ilary Blasi: «Sai chi allenerà la Roma? Il mio amico Eusebio Di Francesco», il brillio che aveva negli occhi fu sufficiente perché sua moglie capisse e gli intimasse con un sorriso: «Non ti azzardare…». Come dire, non pensare di tornare indietro. Insomma, per farla breve, oggi – un anno fa – fu certificato semplicemente quello che sapevano tutti: a 40 anni il capitano della Roma aveva lasciato il calcio giocato, ma il calcio giocato non aveva lasciato lui. La nuova vita, però, è cominciata. In questo senso, il capitano «storico» della Roma – e quanto lo imbarazza sentirsi chiamare così quando ci sono i compagni – sta entrando sempre più nei panni del dirigente, anche se la sua maglia (l’ultima) pure in questa stagione è stata la più venduta. Totti insomma, lievitando il rapporto anche con Pallotta, ha le idee più chiare. Il legame con Di Francesco, poi, rende Totti sempre vicino ai calciatori, e nella stagione è capitato che tocchi anche a lui riprenderli (Nainggolan e Peres, ad esempio). Detto che la dieta è più ferrea che mai, neppure il divertimento manca, tant’è che ieri era a Montecarlo per il Gran Premio. «Io in macchina? Sono abbastanza spericolato (ride, ndr). Sono pazzo per i motori, un giorno mi piacerebbe provare una Formula Uno. Non so se riuscirei a partire, però se avrò la possibilità lo farò molto volentieri».
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