Bobo Vieri su Instagram l’ha spiegato agli amici, cos’è un bomber. «È quello davanti, è il centravanti, è quello che quando i compagni hanno bisogno, lui c’è». Edin Dzeko su Instagram è decisamente più morigerato di Bobone, ma una foto della partita con il Liverpool per commentare «che bella vittoria» l’ha postata eccome. E zitto zitto, sta bucando quella cappa di pessimismo che riempiva le sue giornate. Dzeko ride, adesso. Ride quando segna, cosa che alla Roma quasi si stropicciano gli occhi. Ride pure quando l’occasione gli passa per i piedi o per la testa e lui non riesce a tradurla in gol. Ma è più facile che ci riesca, adesso. Anzi, in quest’estate è praticamente matematico. Fa il bomber, fa «quello là davanti», se è vero che il bosniaco è andato a segno almeno una volta in tutte le tre amichevoli disputare dalla Roma in precampionato. «Per me il gol è tutto», dice lui. E tutto si è tradotto, con i Reds, in uno stop di petto, un controllo con il destro e un sinistro all’angolino.

QUEL COLLOQUIO – «Vogliamo usarlo», diceva Spalletti del suo attaccante giusto la scorsa settimana. Gliel’aveva detto di persona in un colloquio prima delle vacanze. Dzeko chiese all’allenatore se in qualche modo avesse pregiudizi nei suoi confronti. E Spalletti gli rispose di no, pur puntualizzando di esser rimasto un po’ deluso dalla scarsa reazione caratteriale del bosniaco di fronte al primo episodio negativo durante una qualsiasi partita. Era lo scarso sorriso di cui sopra. Ecco, Dzeko si sta facendo un po’ Bobone. Ride, segna e pare divertirsi in questa Roma che sta nascendo intorno ai suoi centimetri. In fondo lo vuole Spalletti: certo non spariranno le partite col finto nove. Ma l’aria è diversa e l’applicazione che lo stesso bosniaco sta mettendo in questo precampionato è lì a dimostrarlo. «Il mister mi chiede cose che non ho mai fatto in carriera», ha raccontato Dzeko. Non gliele ha mai chieste neanche Roberto Mancini, che pure un giorno sì e l’altro pure gli fa arrivare messaggi a tinte nerazzurre. Ma il bosniaco lo disse chiaro e tondo alla Roma: non me ne vado da sconfitto, a meno che non siate voi a vendermi. Un anno fa rinunciò a una parte dello stipendio con il Manchester City pur di vestirsi di giallorosso. È ancora in tempo per non rimpiangere quella scelta. A partire dal playoff.

(Gazzetta dello Sport – D. Stoppini)



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