«Radja è uno che ha bisogno di ampiezze. Se lo fai pensare e lo chiudi nel recinto ha delle difficoltà, se va dietro al suo istinto di cavallo di razza ha più possibilità. Ce ne sono anche altri di giocatori molto forti, ma lui è fatto di una pasta differente: ha metri, fisicità e qualità», parola di Spalletti su Nainggolan. Già, una pasta differente. Come diceva anche Rudi Garcia, «un giocatore da box to box».
Sono ben 20 i gol segnati in giallorosso (la doppietta alla Samp è la numero 500 in competizioni ufficiali nella storia della Roma). Gol di cui molti decisivi, basti pensare agli ultimi: quelli a Milan e Udinese e la doppietta alla Samp. E poi le partite, una dietro l’altra. Contro il «suo» Cagliari domani saranno ben 137 partite in giallorosso, come quelle giocate con i rossoblù.
Spalletti l’ha trasformato in trequartista centrale (proprio come fece con Perrotta) per sfruttare la sua aggressività sui primi portatori di palla avversari, quelli deputati alla nascita dell’azione dal basso. E Nainggolan lo sta ripagando con 6,32 palle recuperate a partita (contro le 4,52 di media nel ruolo) e 1,47 contrasti vinti (contro una media di 1,18). In quella posizione lì aiuta anche tanto negli inserimenti dei centrocampisti, tanto che in ogni gara di media realizza 3,16 sponde (contro 1,44) ed è migliorato anche nella realizzazione dei cross (2,16 contro 1,28), visto che Spalletti lo lascia libero di spaziare ed andarsi a cercare angoli di gloria pure in fascia. Poi c’è la pericolosità e la produttività offensiva: 1,42 occasioni create a partite (la media è 0,97) e i tiri da fuori area (1,42 contro 0,59), una delle sue nuove specialità. Basti pensare ai gol alla Lazio, al Milan ed al primo di giovedì alla Sampdoria. Di fatto, un giocatore completo, totale. Tra i top europei.
(Gazzetta dello Sport)
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