Mattia Grassani

(Leggo – R. Buffoni) La Uefa ha promesso «pene severissime» per i fatti di Anfield. La Roma e il Liverpool rischiano per il principio della responsabilità oggettiva, odiato dai club che finiscono per subire una forma di ricatto (esplicita e non) da parte dei violenti. È possibile che il calcio possa rivedere questo meccanismo? «Impossibile – spiega l’avvocato Mattia Grassani, esperto in diritto sportivo – Ho lavorato a tutto tondo sulla responsabilità oggettiva, toccandone ogni aspetto. Escludo che possa mai essere attenuata o eliminata, perché altrimenti le partite non avrebbero più niente a che fare con il calcio…».

I tifosi, quelli veri, ora temono serie conseguenze per il club. «Ci saranno – anticipa Grassani – perché il codice Uefa è più severo di quello italiano. Si parla di fatti inside or around the stadium, dentro o fuori lo stadio. E la rissa si è verificata nelle vicinanze di Anfield». C’è chi teme l’estromissione dalle coppe europee: «No, questo rischio non esiste – tranquillizza il legale – sarebbe un provvedimento abnorme e singolare. Una sorta di punizione ad roman. Quando i club inglesi vennero squalificati dopo l’Heysel si era arrivati a un fenomeno Hooligans che coinvolgeva tutte le squadre e praticamente a ogni partita. Non siamo di fronte a una situazione simile». Più probabile quindi che la Roma debba scontare qualche partita a porte chiuse. Anche quella col Liverpool del 2 maggio? «No, non ci sono i tempi tecnici. In 5 giorni la Uefa non potrà concludere i tre gradi di giudizio. Probabile che il provvedimento scatti dalla prossima partecipazione della Roma alle coppe, anche con la formula della condizionale già sperimentata in Italia cioè un turno effettivo di squalifica con un secondo o un terzo sospesi per un tot di stagioni. In caso di recidiva si sconterebbe tutta la pena».



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