NOTIZIE AS ROMA STADIO PARNASI – La parola adesso passa di nuovo al gip Maria Paola Tomaselli. La strategia della difesa è chiara: tirare fuori dal carcere Luca Parnasi. I legali potrebbero attendere qualche giorno prima di presentare una nuova istanza al gip, che aveva bocciato l’interrogatorio dell’imprenditore di fine giugno, ma in quattro ore, venerdì, Emilio Ricci e Giorgio Tamburrini avrebbero tentato di addrizzare il tiro, in modo da fornire al giudice quegli elementi sui quali aveva chiesto chiarimenti rigettando l’istanza di scarcerazione. A cominciare dal lodo arbitrale nel quale il costruttore, proprio alla vigilia dell’arresto, voleva inserire Lanzalone «direttamente o per interposta persona tramite la sua rete di relazioni», per garantirsi il favore della giunta Raggi, come secondo l’accusa, è successo con lo stadio di Tor di Valle. Un altro episodio di corruzione, secondo il giudice, visto che il presidente di Acea, capace di influenzare il Campidoglio, avrebbe garantito il suo appoggio anche per altri progetti del gruppo, come il Palazzetto del basket da realizzare nella vecchia Fiera di Roma. Dell’incarico all’avvocato, vicino ai Cinquestelle, c’è traccia nelle intercettazioni, Parnasi aveva negato di esserne a conoscenza e così quel verbale che doveva aprirgli le porte del carcere gliele aveva chiuse. Venerdì, invece, almeno secondo i legali, avrebbe fornito i chiarimenti necessari per dimostrare di avere preso le distanze da quello che la Tomaselli definisce: «un collaudato sistema corruttivo» che durante quell’interrogatorio davanti ai pm Parnasi avrebbe «protetto e preservato in modo da mantenerne intatta l’operatività».
L’ALTRO INCARICO – È il 1 giugno quando Lanzalone riceve la telefonata di Andrea Gemma, professore di Diritto privato a Roma Tre, dipartimento di Giurisprudenza, membro del Comitato scientifico della Camera arbitrale di Roma. Perché, alla fine, l’accordo tra l’imprenditore e l’avvocato plenipotenziario, che cura molti dossier per il Comune, va oltre il progetto Stadio. Scrive il gip: «Parnasi vede affacciarsi la concreta possibilità che una serie di progetti imprenditoriali, ormai arenatisi, possano, superare gli impedimenti sorti e concludersi, dall’altra Lanzalone realizza un sostanzioso tornaconto economico. A ciò deve aggiungersi che Parnasi, al fine di ampliare il proprio credito nei confronti del pubblico funzionario – che in considerazione della evoluzione politica da ultimo verificatasi, presenta una influenza ed un peso politico sempre più consistenti, che l’imprenditore intende chiaramente utilizzare per il raggiungimento dei propri scopi – si muove così da rendersi indispensabile a Lanzalone. Questa appare, quindi, la finalità della designazione, in una terna arbitrale, procurata a Lanzalone da Parnasi tramite l’avvocato Gemma, legato all’imprenditore da rapporti professionali e di amicizia». Non solo il professore propone a Lanzalone di fornire anche altri nomi di suoi colleghi che possano ottenere la nomina di arbitri nel contenzioso aperto in un’amministrazione in provincia di Roma, nel caso in cui voglia sdebitarsi con qualcuno. Aspetta altri due curricula oltre quello dello stesso Lanzalone. «L’oggetto – dice Gemma nella telefonata intercettata – è servizi e prestazioni d’opera di ingegnere rese nei confronti di un grande comune della Provincia di Roma». Lanzalone dovrà mandare il suo curriculum «con inserita la specifica inerente i lavori pubblici e la presidenza di Acea, il curriculum di un collega di Luca e un terzo curriculum di una persona con cui potrà eventualmente sdebitarsi o fare una cortesia. Lo metteranno in candidatura».
(Il Messaggero)
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